Ftse Mib chiude a oltre -4%, minimi da luglio. Si salva ENI grazie a +10% del petrolio
Il nuovo affondo militare della Russia in Ucraina spaventa gli investitori e Piazza Affari va a chiudere sui minimi dallo scorso luglio. Il Ftse Mib ha chiuso sui minimi di giornata con un calo del 4,14% a quota 24.363 punti.
I colloqui tra Russia e Ucraina tenuti ieri non sono riusciti a raggiungere una svolta per il cessate il fuoco e le due parti non hanno detto quando si sarebbe svolto un nuovo round di negoziati. Il ministro della Difesa russo ha detto che le operazioni militari in Ucraina continueranno fino a quando non raggiungerà i suoi obiettivi.
Tra i singoli titoli di Piazza Affari i peggiori oggi sono stati Moncler (-9,12%) e TIM (-9,05% a 0,3437 euro); quest’ultima, in attesa dei conti 2021 e del nuovo piano in arrivo domani sera, non si è giovata del ritorno di rumor relativi al negoziato in corso con CDP per la firma di un MoU per la realizzazione della rete unica. Secondo il quotidiano Repubblica, l’accordo difficilmente sarà pronto per essere annunciato con i risultati aziendali (in pubblicazione domani sera), ma dovrebbe essere chiuso comunque a breve, nei prossimi giorni.
Tra le big giornata di forti cali anche per Enel, titolo di maggior peso di tutto il Ftse Mib, con un tonfo del 6,44 per cento. Corre invece ENI (+3,04%) grazie all’impennata del 10% dei prezzi del petrolio. Gli altri unici due titoli in positivo sono stati Leonardo (+1,45%) e Terna (+1,83%).
Ancora in sofferenza le banche, complice anche l’allontanarsi dei primi rialzi dei tassi alla luce dell’elevata incertezza geopolitica. Intesa Sanpaolo (-7,7%) e Bper (-7,44%) sono state le peggiori del settore a fine giornata. Molto male anche Unicredit (-6,95%) con S&P Global Ratings che ha tagliato il rating su quattro banche russe tra cui UniCredit Bank AO, controllata da Unicredit Group.
Tra le blue chip di Piazza Affari oggi focus anche su Stellantis (-6,93% a 15,23 euro) che ha presentato il nuovo piano strategico al 2030 che indica un raddoppio dei ricavi a 300 mld di euro e dividend payout del 20-25%. Il gruppo mira a dimezzare le emissioni da carbonio entro fine decennio per poi azzerarle entro il 2038.