Notizie Notizie Mondo Tassi repo schizzano ancora in Usa. Fed costretta a intervenire per terzo giorno consecutivo con iniezione da $75 mld

Tassi repo schizzano ancora in Usa. Fed costretta a intervenire per terzo giorno consecutivo con iniezione da $75 mld

20 Settembre 2019 08:52

Niente da fare. Anche ieri, la Federal Reserve di Jerome Powell è stata costretta a intervenire sul mercato interbancario americano, iniettando fondi di emergenza a favore delle banche per 75 miliardi di dollari.

Simili interventi erano stati lanciati lunedì 17 settembre – con una iniezione di 53 miliardi – e martedì 18 settembre- con fondi di emergenza da 75 miliardi, a causa dell’impennata dei tassi repo, che aveva fatto scattare verso l’alto anche i tassi sui fed funds.

Con l’operazione di ieri, la Fed è intervenuta sul mercato interbancario assicurando una liquidità totale, questa settimana, di $203 miliardi. Il problema è nel fatto che è la prima volta in più i dieci anni, ovvero dall’esplosione della crisi finanziaria globale, che la banca centrale Usa deve agire per riallineare i tassi sui fed funds al target fissato: target fissato che, dopo l’ennesimo taglio ai tassi annunciato mercoledì 18 settembre, ora corrisponde al range compreso tra l’1,75% e il 2%.

I segnali di allarme sono arrivati lunedì, quano alcuni tassi repo si sono impennati fino al 10%: il balzo è avvenuto nelle prime ore di lunedì, e anche di martedì, congelando di fatto il mercato interbancario. Questo è il mercato dove le banche si fanno prestiti l’una a favore dell’altra.

Gli istituti, che ricorrono al mercato per finanziarsi, si sono trovati di colpo di fronte a tassi schizzati verso l’alto, dunque troppo esosi. Ergo, sono rimasti a bocca asciutta.

Si ricorda che proprio il congelamento di questo mercato, dovuto all’impossibilità delle banche di accedere ai fondi, è stato uno dei fattori che ha contribuito al collasso di diverse istituzioni finanziarie nella crisi del 2007-2008.

In generale alle banche viene richiesto di detenere un ammontare adeguato di asset liquidi, come il cash, per non trovarsi impreparate di fronte all’eventualità di una corsa agli sportelli da parte dei clienti.

Le banche devono dunque rispettare alcuni target di liquidità: in caso contrario, devono ricorrere al mercato interbancario, e farsi prestare fondi da altre banche, che magari dispongono di asset liquidi in eccesso o superiori ai limiti richiesti. Queste ultime prestano i loro fondi nel mercato interbancario, ricevendo in cambio interessi.

Il tasso interbancario è, per l’appunto, il tasso applicato a queste operazioni di brevissimo termine che avvengono tra le banche, e il suo valore dipende, tra le altre cose, dalla liquidità presente nel mercato. Tra i tassi interbancari più noti, si citano il tasso sui fed funds (negli Usa), il Libor (Regno Unito) e l’Euribor (in Eurozona).

Ora, lunedì’ scorso la Fed di New York è stata costretta a intervenire con una iniezione di 53,2 miliardi di dollari. L’intervento si è reso necessario, in quanto il balzo improvviso dei tassi repo ha avuto un effetto domino sullo strumento principale di politica monetaria della Fed, ovvero sui tassi sui fed funds, che sono schizzati fino al 2,25%, al top del range fissato da Powell & Co (che lunedì era ancora pari al target compreso tra il 2 e il 2,25%, prima del taglio annunciato mercoledì, al nuovo range compreso tra l’1,75% e il 2%) a seguito del taglio dei tassi operato lo scorso luglio.

Il boom è stato tale da portare i tassi repo a scattare lunedì di ben +250 pb, fino al 4,750%. L’alert liquidità è suonato poi quando i tassi sono arrivati a volare fino al 10%. 

A quel punto, la Fed di New York è stata costretta a intervenire e ha lanciato il cosidetto Qe lite. Ma l’iniezione è andata avanti anche il giorno dopo, così come anche ieri. E, sebbene per ora la Fed sia stata capace di riportare la calma, i trader sono ben lontani dal tirare un sospiro di sollievo. Anche perchè l’interrogativo è fino a che punto la Fed potrà continuare a iniettare fondi per contrastare la situazione e, soprattutto, se la situazione si ripresenterà così di frequente.

Nella giornata di ieri, la Fed è intervenuta di nuovo attraverso lo strumento dell’asta di rifinanziamento repo, accettando $75 miliardi delle richieste per $84 miliardi  pervenute nelle operazioni repo. Il tasso medio ponderato repo overnight si è attestato all’1,845%, dopo essere salito fino a +10% circa all’inizio della settimana.