Su Atlantia si abbatte scure S&P: agenzia taglia rating, ma esclude revoca concessioni
Atlantia finisce sotto la lente di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating ha rivisto i rating della holding della famiglia Benetton, in particolare il rating del gruppo Atlantia e i rating di Autostrade per l’Italia (Aspi) passano da ‘BBB’ a ‘BBB-’ mentre il rating del debito di Atlantia (holding) passa da ‘BBB-’ a ‘BB+’. Allo stesso tempo, il rating di Aeroporti di Roma passa da ‘BBB+’ a ‘BBB’. S&P ha anche risolto il rating watch negativo e ha posto tutti i rating del gruppo in outlook negativo. La decisione riflette – si legge nella nota di S&P – “la nostra opinione che le indagini penali in corso potrebbero indebolire ulteriormente il merito creditizio di Atlantia e le persistenti incertezze sulla concessione di Aspi”. Tuttavia, sottolinea la nota, “ancora non prendiamo in considerazione una revoca della concessione gestita da Aspi (controllata di Atlantia) a causa dell’impatto finanziario ed economico avverso che tale azione potrebbe avere sullo Stato in base ai termini del contratto di concessione”.
Secondo l’agenzia di rating, “il gestore autostradale e aeroportuale Atlantia è ora più esposto ad azioni legali o normative negative, tra cui la rinegoziazione delle concessioni nel settore del pedaggio stradale che il nuovo governo italiano ha proposto nella sua agenda. L’aumento dell’esposizione fa seguito alle accuse secondo cui alcuni dipendenti delle controllate di Atlantia potrebbero aver riportato erroneamente e omesso informazioni nei rapporti di sicurezza al concedente delle concessioni di pedaggio stradale. Tali accuse sono oggetto di un’indagine penale in corso”.
Inoltre, aggiunge S&P, “l’amministratore delegato di Atlantia si è dimesso il 17 settembre scorso, in un momento in cui Atlantia si sta concentrando sull’integrazione dell’operatore spagnolo di pedaggio Abertis, di recente acquisizione, e sta valutando un potenziale coinvolgimento nel salvataggio finanziario della compagnia aerea italiana Alitalia”.
Gli analisti di Equita (rating Buy su Atlantia con target price a 25,8 euro) puntualizzano “Anche il rating di Aeroporti di Roma, che sarebbe A+, è stato ridotto a BBB (regola di un solo notch di differenza con il gruppo). L’outlook rimane negativo. La holding (rating BB+) ha circa 5,7 miliardi di debiti con costo medio del 1,9% ed avg. maturity di 5 anni (oltre 2,7 miliardi di linee di credito). Solo i term loans da 3,25 miliardi dovrebbe subire un leggero incremento di costo”.
La sim riporta anche le indiscrezioni di Repubblica, secondo cui “nei progetti di Edizione Holding Atlantia dovrà diventare una holding finanziaria con l’obiettivo di aprire sempre più il capitale delle controllate a soci terzi. Repubblica cita Fabio Galia (ed CDP), Paolo Gallo (CEO di Italgas) e Ravanelli di f2i fra i possibili candidati a diventare CEO di Atlantia”.
Moody’s: nessun impatto immediato sul rating da dimissioni Castellucci
L’agenzia Moody’s, invece, esclude un “impatto immediato” sul rating di Atlantia dagli sviluppi delle inchieste sui report sulla sicurezza e dalle successive dimissioni del ceo Giovanni Castellucci. Il giudizio sul gruppo resta invariato a “Baa2” mentre quello sulla holding è stabile a “Baa3”, un gradino inferiore a quello consolidato. Entrambi rimangono sotto revisione per un’eventuale modifica, ma riflettono i persistenti rischi al ribasso legati al crollo del viadotto di Polcevera, che potrebbero portare ad una revisione della concessione o (ipotesi più remota) ad una revoca della stessa.
Al di là degli accadimenti delle ultime due settimane, Moody’s sottolinea diversi aspetti positivi, tra cui le grandi dimensioni e l’attenzione ai settori delle strade a pedaggio degli aeroporti, i solidi fondamentali della rete stradale, che a seguito dell’acquisizione di Abertis è sempre più diversificata e comprende collegamenti autostradali essenziali situati principalmente in Spagna, Francia, Cile, Brasile e Italia; infine, il quadro normativo ragionevolmente stabilito per le operazioni su strade a pedaggio, nonostante le crescenti pressioni politiche.