Russia penalizza euro: su dollaro scende a minimo da maggio 2020. Rischio stagflazione Eurozona con boom materie prime
L’euro è ancora sotto pressione, dopo essere scivolato nei confronti del dollaro fino a $1,1058, al minimo dal maggio del 2020. La moneta unica è orientata a chiudere la sua quarta settimana consecutiva di perdite nei confronti del biglietto verde, questa settimana in calo dell’1,4%.
Ma l’euro perde anche nei confronti di altre valute, incluse quelle considerate più rischiose, come quelle che stanno beneficiando del contesto di rally delle materie prime, in quanto commodity currencies, come il dollaro australiano.
Proprio nei confronti del dollaro australiano, l’euro è sceso oggi per la nona seduta consecutiva, crollando fino al record minimo in quattro anni a A$1,5218.
“Nella crisi attuale, riteniamo che lo status dell’euro sia vulnerabile”, ha commentato Jane Foley, strategist senior del forex presso Rabobank.
Foley ha messo in evidenza “la rete di relazioni complesse che, a livello corporate, esiste tra l’Europa e le aziende russe, soprattutto nel settore energetico”, aggiungendo, nel far riferimento all’impennata dei prezzi energetici, così come anche a quella dei prezzi dei prodotti agricoli, che “la guerra in Ucraina suggerisce che l’inflazione sarà più alta per un periodo di tempo più lungo, e con il potenziale di una crescita economica inferiore”. In poche parole, un contesto di stagflazione.
Il dollaro australiano è balzato anche nei confronti del dollaro Usa fino al valore più alto delle ultime sette settimane, a $0,7306, beneficiando dell’aumento dei prezzi dei beni che l’Australia esporta, come gas, carbone e cereali.