Mps corre in Borsa, governo al lavoro per alleggerire la banca di 10 miliardi di crediti deteriorati
Acquisti sul titolo Mps che in avvio di giornata è arrivato a guadagnare oltre il 5% sulla scia dei rumor che vedono il governo al lavoro per alleggerire ulteriormente la banca del peso dei crediti deteriorati.
Il Tesoro, che entro fine anno dovrebbe presentare a Bruxelles un piano di dismissione della quota di controllo (e da attuare entro fine 2021), starebbe negoziando con la Commissione europea un piano per liberare la banca senese di circa 10 miliardi di euro di crediti deteriorati, una mossa propedeutica a facilitare la ricerca di un acquirente per la banca senese. Una cifra molto elevata che rappresenta i due terzi dei crediti deteriorati della banca. Stando a quanto riportato da Reuters, il piano prevedrebbe lo spin off dei crediti in difficoltà a una società separata, che poi verrebbe fusa con Amco, la ex Sga (la società pubblica a cui fanno capo gli NPE delle ex Venete e recentemente intervenuta nel salvataggio di Banca Carige).
I tempi per la presentazione del piano di uscita dal capitale di Mps sono stretti e oltre all’esposizione ai crediti deteriorati, un altro ostacolo nell’iter di ricerca di un partner con cui fondere MPS è rappresentato dalle cause che pendono sulla banca con richieste miliardarie.
Cet1 potrebbe scendere in area 11%
Il deal permetterebbe, in base ai calcoli di Equita, di ridurre l`NPE ratio di Baca MPS dal 16,3% alla fine del primo semestre 2019 al 6,9%. Mancano dettagli sui valori a cui avverrebbe la cessione e quindi non è facile valutare l’impatto dell`operazione sui ratios di vigilanza. Ipotizzando valori di mercato con transfer price medio degli NPE del 38% (30 cent per gli NPL e 50 cent per gli UTP), una contribuzione di capitale iniziale pari a 20% da parte di Banca MPS nel nuovo veicolo, Equita stima che il CET1 di Banca MPS possa scendere a 11,5%.
“Resta da risolvere il tema del financing della newco (o di Amco post acquisizione) che avrebbe necessità per almeno 3,4 mld. L’operazione faciliterebbe in modo determinante l`exit strategy del MEF da MPS che diventerebbe un target di M&A molto più appetibile anche alla luce de fatto di poter riconoscere e utilizzare più rapidamente 2,3 mld di DTA fuori bilancio”, conclude Equita.