Anche il governo M5S-PD pecca di ottimismo? Manovra appesa allo spread, l’attenti di Upb e Bankitalia
Il Nadef del governo M5S-PD si basa su uno scenario “migliore dello scenario più favorevole”. E’ quanto ha fatto notare, nel corso di un’audizione al Parlamento sulla nota di aggiornamento al Def, il presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro.
Lo scenario previsto, ha precisato Pisauro, è “particolarmente ottimistico” perché si basa sulla flessione dello spread BTP-Bund. Che il differenziale rimanga basso, tuttavia, non è una certezza. E, pur riconoscendo che “le attuali condizioni di mercato con tassi su livelli particolarmente bassi sono particolarmente favorevoli”, Pisauro ha ricordato, anche, che “il premio sul rischio paese deve restare basso altrimenti si rischia” di non centrare gli obiettivi su cui il governo giallorosso sta puntando.
“E’ bene averne consapevolezza“, ha detto ancora il numero uno dell’Upb.
Il governo Conte bis sta peccando forse di ottimismo? In realtà, è stato lo stesso Centro studi di Confindustria (Csc) ad avvertire ieri che le stesse previsioni sulla crescita del Pil e sul rapporto deficit-Pil (fissate nel Nadef rispettivamente a +0,6% e al 2,2%) sono eccessive.
Oggi, inoltre, in un’altra audizione dedicata sempre al Nadef, il vicedirettore di Bankitalia Luigi Federico Signorini ha invitato il governo a non esultare troppo per il calo dello spread. Lo stesso ha sottolineato che la legge di bilancio avrà effetti espansivi, anche migliori di quanto stimato, se le condizioni dei mercati finanziari resteranno “distese”.
Una manovra appesa allo spread, dunque? Con il debito pubblico che rimane a livelli molto elevati, non potrebbe essere diversamente.
“In Italia è stata decisiva la riduzione dei premi per il rischio sovrano – ha detto Signorini, commentando la flessione dello spread – La differenza tra il rendimento dei titoli governativi italiani e tedeschi a dieci anni si è dimezzata. Il rendimento dei titoli italiani ha raggiunto un minimo storico (attorno allo 0,8 per cento sulla scadenza decennale, circa 2 punti percentuali in meno rispetto all’inizio dell’anno)”.
Ma Signorini ha fatto notare anche che lo spread sovrano dell’Italia resta il doppio di quello spagnolo, il quadruplo di quello francese. E che, “se vogliamo avvicinarci a questi paesi (e si tenga a mente che la Spagna pagava uno spread maggiore del nostro fino alla metà del 2016), la fiducia non va solo preservata: va rafforzata. Vi devono contribuire tanto le prospettive per i conti pubblici quanto quelle per la crescita dell’economia”.
Il vicedirettore di Bankitalia ha in definitiva rilevato che le “condizioni finanziarie più favorevoli sono state rese possibili non solo dall’accomodamento monetario, ma anche dall’ampia riduzione dei premi per il rischio sovrano”. E che lo scenario macroeconomico e di finanza incluso nella nota presuppone che tali condizioni si mantengano”. Di conseguenza, lo scenario “sarebbe a rischio se ciò non avvenisse”.