Forex, CFTC: le scommesse short si accaniscono su euro e sterlina. Occhio a sviluppi Brexit
Sono l’euro e la sterlina le valute più colpite dagli attacchi speculativi short. E’ quanto emerge dal report settimanale del CFTC (United States Commodity Futures Trading Commission) , la Commissione federale Usa che si occupa della regolamentazione del mercato dei futures sulle commodities e delle opzioni.
Dal report emerge che, nella settimana terminata lo scorso 8 ottobre, l’euro è stata la valuta più shortata: le scommesse short sulla moneta unica sono aumentate infatti nella settimana di 9.000 unità, attestandosi a 75.000 unità, dalle 66.000 unità della settimana precedente.
La seconda valuta più shortata è stata la sterlina, ma le posizioni short sono scese rispetto alla settimana precedente di 4.000 unità, a 73.000 dalle precedenti 77.000 unità.
Sono scese inoltre le posizioni long sullo yen, da quota 14.000 a 11.0000, così come le scommesse long sul dollaro canadese sono diminuite di 1000 unità, da quota 6000 a 5000.
La sterlina rimane osservata speciale, mentre la data sulla Brexit, fissata al prossimo 31 ottobre, si fa sempre più vicina.
La scorsa settimana la valuta ha prezzato un miglioramento del sentiment, grazie all’ottimismo di alcuni politici, in particolare del premier irlandese Varadkar, che si sono detti più ottimisti sulla possibilità di evitare un no-deal Brexit.
Nella nota di Intesa SanPaolo si legge che la sterlina ha chiuso la settimana scorsa in forte rialzo, “dopo i ‘costruttivi’ incontri tra il premier brirtannico Boris Johnson e il premier irlandese Varadkar, così come tra il responsabile Ue per la Brexit Michel Barnier e il responsabile dei negoziati sulla Brexit del Regno Unito, Stephen Barclay”. Nella nota di Intesa si sottolinea anche che sono “in corso negoziati non-stop per cercare di gettare le basi per un accordo in vista del vertice UE di giovedì-venerdì”. Inoltre, sono “in programma questa settimana vari discorsi BoE e, tra i dati, quelli sul mercato del lavoro, l’inflazione e le vendite al dettaglio”.
Sulla base dei dati della CFTC, è possibile comunque, secondo gli analisti di Forexlive, che il movimento al rialzo di 500 pip nel cambio sterlina-dollaro sia stato alimentato, la scorsa settimana, soprattutto dalle operazioni di short covering.
Nella giornata di ieri, il premier Johnson ha riferito ai membri del suo governo che un accordo last minute sulla Brexit è ancora possibile. Le trattative continueranno oggi, con Johnson che spera di raggiungere una intesa entro le riunioni del Consiglio europeo, previste per l’appunto questa settimana, nei giorni 17-18 ottobre (giovedì e venerdì).
Boris dovrà tuttavia convincere in questi pochi giorni rimasti il Parlamento UK che, secondo alcune fonti, rimane ampiamente diviso, a ratificare l’accordo. Rimane inoltre scettica la Commissione europea, che, nel comunicato diramato nella tarda giornata di ieri, ha detto che “rimane molto lavoro da fare”.
Da segnalare che la scorsa settimana la sterlina è balzata fino a $1,2708, al record dallo scorso 1° luglio, testando anche il massimo in cinque mesi nei confronti dell’euro, a 86,955 pence, sulla scia delle speranze di un’uscita ordinata del Regno Unito dal blocco europeo.
La valuta è scambiata al momento a $1,2571 circa. Euro sotto pressione attorno a $1,1017, rispetto agli $1,10625, record in tre settimane, dello scorso venerdì.
A proposito di euro-dollaro, gli analisti di Intesa SanPaolo indicano che “la fascia di resistenze da monitorare resta 1,1070-1,1170 EUR/USD“, facendo notare tra i market mover di questa settimana “vari discorsi BCE e, tra i dati, la produzione industriale dell’area (oggi), lo ZEW tedesco e la stima finale dell’inflazione dell’area”. La chiusura settimanale dello yen, continuano gli analisti nella nota, è stata invece “al ribasso sul calo della risk aversion alla luce dell’esito favorevole dei negoziati USA-Cina e delle novità su Brexit”.