Notizie Notizie Mondo Premio Nobel Economia al trio Banerjee-Duflo-Kremer. ‘Importante comprendere radici profonde povertà’

Premio Nobel Economia al trio Banerjee-Duflo-Kremer. ‘Importante comprendere radici profonde povertà’

14 Ottobre 2019 13:32

Abhijit Banerjee e Esther Duflo lavorano presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, mentre Michael Kremer presta servizio all’Università di Harvard. E’ a loro che è stato assegnato il Premio Nobel per l’Economia del 2019. Motivo, stando a quanto si legge nella nota dell’Accademia reale delle Scienze di Svezia, che assegna i Premi Nobel: “il loro approccio sperimentale per alleviare la povertà mondiale”.

“La ricerca condotta dai laureati di quest’anno (per il Nobel all’economia) ha migliorato in modo considerevole la nostra capacità di combattere la povertà nel mondo. In appena due decenni, il loro approccio basato sulla sperimentazione ha trasformato l’ economia di sviluppo, che ora rappresenta un’area di ricerca florida”.

L’Accademia ricorda anche che più di 700 milioni di persone, al mondo, sopravvivono su redditi estremamente bassi. Ogni anno, cinque milioni di bambini continuano a morire prima del compimento del quinto anno di età, spesso a causa di malattie che si potrebbe prevenire o curare con trattamenti relativamente convenienti e semplici.

Banerjee, nato in India nel 1961, ha ottenuto il Phd all‘Harvard University nel 1988; Duflo, nata a Parigi nel 1972, ha completato il dottorato di ricerca al MIT, nel 1999. Kremer, americano, è nato nel 1964 e ha ricevuto il dottorato ad Harvard nel 1992.

Duflo è la seconda donna ad aver vinto un Premio Nobel per l’economia negli ultimi cinquant’anni. La prima è stata Elinor Ostrom nel 2009.

In un’intervista rilasciata al Guardian, Duflo (sposata con Banerjee) ha affermato che il lavoro dei tre economisti si è concentrato sulla necessità di comprendere “le radici profonde e interconnesse della povertà”.

Troppo spesso, ha spiegato, le autorità mondiali tendono a generalizzare la questione della povertà, credendo che i poveri siano tutti disperati, o pigri o magari imprenditori che non capiscono le cause.

“Il nostro approccio – ha puntualizzato l’economista – è di spacchettare i problemi uno per uno, per poi esaminarli il più scientificamente possibile”. Duflo si è anche tolta più di un sassolino dalla scarpa, affermando che “le donne che lavorano nel campo economico meritano più rispetto”.

Banerjee, Duflio e i loro co-autori sono arrivati a diverse conclusioni, tra cui quella secondo cui gli studenti tendono a non imparare nulla con l’aggiunta di ulteriori giorni di scuola.

L’apprendimento non migliora neanche se si spendono più soldi sui libri di testo. Da altri risultati di test sul campo che sono stati lanciati nella città di Vadodara (India), è emerso che meno di uno su cinque studenti del terzo anno della scuola elementare riusciva a rispondere in modo corretto a domande di matematica della prima elementare.

In risposta a questi interrogativi, Banerjee, Duflo e i loro coautori hanno concluso che, al fine di migliorare la qualità delle scuole, gli sforzi per portare più studenti a studiare devono essere complementari al lancio di alcune riforme

PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: L’IMPORTANZA DELLE MEDICINE GRATIS

La Commissione svedese ha spiegato che ai tre è stata riconosciuta la capacità di affrontare il problema della povertà nel mondo suddividendo la grande questione in interrogativi più piccoli e più gestibili attinenti per esempio a come “intervenire nel modo più efficiente per migliorare la salute infantile”.

In particolare, “alla metà degli anni ’90, Michael Kremer e i suoi colleghi hanno dimostrato quanto l’approccio sperimentale possa essere potente, utilizzando sperimentazioni per testare una gamma di interventi che avrebbero potuto migliorare la situazione presente nelle scuole dell’area occidentale del Kenya. Abhijit Banerjee e Esther Duflo, spesso insieme a Michael Kremer, hanno avviato studi simili su altre questioni e in altri paesi. I loro metodi di ricerca sperimentale oggi dominano interamente l’economia dello sviluppo. (development economics, ovvero quella branca dell’economia che si focalizza sugli aspetti economici dei processi di sviluppo che interessano i paesi a basso reddito, guardando anche a dinamiche che vanno al di là dell’economia, come alla Sanità, istruzione e condizioni di lavoro).

Tra i risultati più degni di nota del lavoro di questi tre economisti ci sono i benefici che sono stati apportati a più di cinque milioni di bambini indiani, grazie a programmi di lezioni ad hoc introdotte nelle scuole. Hanno avuto particolare efficacia gli aiuti mirati alle categorie di studenti più deboli.

Dagli studi del trio è emerso che le iniziative di healthcare si sono dimostrate più efficaci nei casi di rifornimenti gratis di medicine.

“Un esperimento nel campo di Kremer e del suo co-autore ha studiato come la domanda per le pillole per il trattamento di infezioni da parassiti sia stata condizionata dal prezzo. Dagli esperimenti è emerso che, nei casi in cui i medicinali sono stati resi disponibili gratuitamente, il 75% dei genitori ha somministrato ai propri figli i farmaci; soltanto il 18% dei genitori ha somministrato le stesse medicine ai propri figli a fronte di un costo inferiore a 1 dollaro Usa, pur se sovvenzionato in modo significativo. Successivamente, molti altri esperimenti simili hanno dato lo stesso risultato: ovvero, che i poveri sono estremamente sensibili ai prezzi quando si tratta di investire nella salute in via preventiva. La bassa qualità dei servizi è un’altra spiegazione del perché le famiglie povere investono così poco in interventi preventivi. Un esempio è che quello del personale dei centri responsabili delle vaccinazioni che si assenta spesso dal posto di lavoro. Banerjee, Duflo e i loro team hanno indagato in che modo le cliniche ambulanti di vaccinazioni – dove lo staff è sempre presente nel sito – avrebbero potuto risolvere questo problema. I tassi di vaccinazione sono triplicati nei villaggi che hanno avuto accesso a queste cliniche, al 18%, rispetto al precedente 6%”.