JP Morgan e Morgan Stanley bullish sull’azionario europeo. ‘Economia non è messa così male’
L’azionario europeo riserba grandi soddisfazioni per chi continua a scommettere sulla sua ripresa. E’ quanto emerge dal commento di Mislav Matejka, responsabile della strategia sull’azionario europea e globale, presso il colosso bancario americano JP Morgan.
Lo strategist ha reso nota la decisione di tagliare da “overweight” a “neutral” il rating sulla Borsa Usa, aggiungendo contestualmente di ritenere che, “andando in avanti, le azioni internazionali sovraperformeranno (gli indici americani).”
Tra queste, quelle europee, che sono sicuramente più convenienti. Matejka fa notare che l’azionario Usa è infatti relativamente costoso rispetto a quello europeo del 25%, dopo i guadagni degli ultimi due anni.
In più, a suo avviso, l’economia europea migliorerà, grazie agli stimoli monetari in arrivo (è in questi giorni che verrà lanciato il nuovo Quantitative easing della Bce, che comporterà acquisti da parte della banca centrale di asset per un valore di 20 miliardi di euro al mese).
“Esiste una relazione positiva tra la crescita dell’offerta di moneta nell’area euro e gli indici Pmi”, fattore che fa pensare, a “una ripresa degli indici Pmi”, ha fatto notare.
A dispetto dei dati negativi sui Pmi europei, Matejka crede insomma che gli stessi indici segneranno una ripresa “imminente”, anche grazie alla probabile soluzione del nodo Brexit, che dovrebbe, una volta raggiunta, far crescere la fiducia e gli investimenti delle imprese.
“Sostanzialmente, noi crediamo che il lungo trend ribassista degli indici Pmi europei arriverà alla fine – ha scritto l’esperto – L’unica volta in cui i nuovi ordinativi dell’Eurozona sono stati più deboli in modo significativo è stato durante il crash della grande crisi finanziaria, quando i mercati del credito smisero di funzionare e i bilanci delle banche vennero messi sotto pressione”.
Ma non è questo il caso – ha insistito lo strategist di JP Morgan, facendo riferimento “all’ultimo sondaggio della Bce sull’erogazione dei prestiti da parte delle banche che, diffuso la scorsa settimana, ha mostrato un miglioramento nei parametri di prestito”.
Un altro aspetto che potrebbe aiutare l’azionario europeo nei prossimi trimestri è l’arrivo di quegli stimoli fiscali che lo stesso numero uno uscente della Bce, Mario Draghi, sta continuando ad auspicare. Sebbene i leader europei, soprattutto quelli tedeschi, abbiano opposto resistenza agli appelli per una spesa pubblica maggiore, il contesto di tassi negativi dovrebbe per lo meno sostenere la crescita degli investimenti pubblici.
Occhio inoltre all’opinione di Lisa Shalett, responsabile investimenti presso Morgan Stanley Wealth Management, che vede un assist nei movimenti populisti a livello globale, snocciolando una view decisamente contrarian.
“I movimenti populisti du tutto il mondo sosterranno probabilmente una politica fiscale (espansiva), specialmente in Europa, fattore che dovrebbe aiutare le banche centrali a ritirare le loro politiche monetarie straordinarie e aiutare le valutazioni a salire”.
Christopher Wood, responsabile della strategia globale presso Jefferies, ha inoltre scritto che “i dati dell’Eurozona semplicemente non sono così deboli come emerge dalle notizie dei media, a parte la principale eccezione delle esportazioni tedesche. Tra l’altro, a suo avviso, “negli ultimi trimestri la parte più forte della crescita dell’occupazione in Francia, Italia e Spagna ha riguardato i contratti a tempo indeterminato, più che quelli a tempo determinato, a fronte anche di una accelerazione nella crescita dei salari dell’Eurozona”.