Borse Asia: Nikkei al massimo in un anno, poi passi da gambero con altri indici per dubbi Usa-Cina
Dietrofront per l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che aveva aperto con uno scatto rialzista dello 0,8% testando i massimi dell’ultimo anno, e che si è poi indebolito, chiudendo in progresso di appena lo 0,26%, a quota 23.391. Borsa Shanghai negativa con -0,49%. Giù anche Hong Kong -0,72%, Sidney piatta con -0,04%, Seoul -0,33%.
Azionario asiatico per lo più negativo, quindi, dopo che gli investitori hanno digerito la notizia market mover dei mercati mondiali della giornata di ieri, ovvero la dichiarazione di Gao Feng, portavoce del ministero del Commercio cinese.
Il funzionario ha affermato che le controparti hanno raggiunto un accordo per l’azzeramento simultaneo di alcuni dazi esistenti.
Sia la Cina che gli Usa, ha aggiunto il portavoce, sarebbero dunque più vicini al raggiungimento della “Phase One”, della “Fase 1”, a seguito delle trattative delle ultime due settimane, che sono state definite costruttive. La notizia ha scatenato i buy a livello mondiale.
Tuttavia, l’entusiasmo si è smorzato nelle ultime ore, dopo che Reuters ha riportato alcuni rumor, secondo cui il piano si starebbe scontrando contro una forte opposizione alla Casa Bianca.
Dal fronte macroeconomico, proprio in relazione agli effetti economici della guerra commerciale Usa-Cina, occhio al dato relativo alla bilancia commerciale della Cina, che si è confermato comunque migliore delle attese. Nel mese di ottobre, infatti, sia le importazioni che le esportazioni cinesi sono scese meno del previsto.
In termini di dollari, le esportazioni sono scese dello 0,9% meno del -3,9% stimato dagli economisti interpellati da Reuters, e le importazioni sono scese (trend su base annua) del 6,4%, rispetto al -8,9% atteso dal consensus.
Il risultato è che il surplus commerciale della Cina è stato pari, a ottobre, a $42,81 miliardi, meglio dei $40,83 miliardi stimati.
Occhio anche ai dati macro del Giappone: nel mese di settembre, le spese delle famiglie giapponesi sono salite del 9,5% su base annua, meglio del +7% atteso dal consensus. Ad agosto il dato era cresciuto dell’1% su base annua. Su base mensile, il trend è stato di un aumento del 5,5%, meglio del +3,8% stimato.
Settembre è stato il mese precedente all’introduzione dell’aumento dell’Iva, in Giappone, dall’8% al 10%, scattato il primo ottobre.
E’ dunque certo che il dato sia stato sostenuto dalla maggiore propensione agli acquisti delle famiglie, che si sono affrettate a fare shopping prima dell’aumento dell’imposta.
Sempre a settembre, i salari percepiti dai lavoratori giapponesi sono saliti dello 0,8% su base annua, facendo molto meglio del +0,1% atteso, e recuperando terreno rispetto alla flessione dello 0,1% di agosto. Su base reale, l’aumento è stato dello 0,6%, rispetto al -0,4% stimato e rispetto al precedente -0,5%.