Notizie Notizie Italia Piazza Affari: Telecom inciampa su rumor intoppi su rete unica, Azimut non si ferma più

Piazza Affari: Telecom inciampa su rumor intoppi su rete unica, Azimut non si ferma più

11 Novembre 2019 17:53

Incipit di ottava con vendite tornate a prevalere a Piazza Affari, che così interrompe il filotto di 7 sedute consecutive in rialzo che avevavo spinto il listino sui nuovi massimi a un anno e mezzo. Il Ftse Mib segna in chiusura un calo dello 0,19% a quota 23.489 punti. Tra i titoli a salire comunque spicca ancora una volta Azimut (+1,9%) balzata ai nuovi massimi pluriennali. Tra le banche scatto in avanti di Bper (+1,65%) che aggiorna nuovamente i massimi annui.

Vendite sul titolo Telecom Italia (-1,45%). Il titolo della maggiore tlc italiana era reduce dalla positiva reazione del mercato ai numeri del terzo trimestre accompagnati dall’accordo con Google sul Cloud. Ad alimentare le vendite sul titolo oggi sono i timori di una frenata sul fronte rete unica con Open Fiber. Stando a quanto riporta La Stampa, i fondi nordamericani esprimono riserve sull’operazione che sarebbe «caratterizzata da problemi che la rendono complicata, a partire dal possibile scoglio relativo all’antitrust. Se Tim compra Open Fiber, rimarcano le fonti riportate dal quotidiano torinese, il rischio è che assuma una posizione dominante. In aggiunta va trovata la quadra sul prezzo a cui Tim valuterà Open Fiber. Si va dai 3 miliardi di euro indicati da Tim agli 8 mld dello studio redatto per conto di Enel da mediobanca.

Fuori dal Ftse Mib, Salini chiude in spolvero (+5,23%) grazie a notizie da Australia. Il gruppo di costruzioni è tra le società selezionate per la costruzione del progetto Sydney Gateway, del valore compreso tra i 2,2 e i 2,6 miliardi di dollari australiani (1,5 miliardi di euro), per migliorare i collegamenti stradali dall’aeroporto e Port Botany fino al nuovo snodo autostradale di Sydney a St Peters Interchange.

Nuova seduta in profondo rosso invece per Fincantieri, che ha ceduto oltre il 4%. Dai conti al 30 settembre è emerso che la divisione shipbuilding è stata penalizzata da VARD che ha riportato maggiori costi per recuperare ritardi nella consegna delle navi e una revisione negativa delle stime di margini di alcune commesse in corso. “Il processo di riorganizzazione di VARD cruise e le incertezze legate al business offshore riducono in maniera sostanziale la visibilità sulle nostre stime 2019-20”, dicono gli analisti di Equita che confermano il giudizio hold sebbene in un contesto sfidante caratterizzato da bassa visibilità e incertezze derivanti sia dal business cruise che offshore di VARD.