Atlantia: nuovi ipotesi su crollo Ponte Morandi, altri 9 viadotti sotto inchiesta
Si fanno largo nuove ipotesi sulle motivazioni del crollo del Ponte Morandi di Genova. A far perdere la vita quel giorno (14 agosto 2018) a 43 persone potrebbe essere stato un cedimento del cassone, a seguito delle percolazioni di acqua che avrebbero corroso i cavi interni. A fare l’ipotesi è uno degli indagati per i presunti falsi report sui viadotti per cui il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta di interdizione dalla professione, insieme ad altre 9 persone. I cassoni sono i tunnel sottostanti l’impalcato, il manto stradale. Secondo quanto emerso dalle indagini non venivano ispezionati dal 2013 per delle modifiche normative sulla sicurezza dei lavoratori che hanno reso più difficili le ispezioni.
Inoltre, la Procura di Genova avrebbe indagato su altri nove viadotti della rete di Autostrade per l’Italia (gruppo Atlantia) in relazione alle accuse di alterazione delle relazioni sulla sicurezza. Lo riporta il Corriere, secondo cui in totale i ponti e i viadotti in esame sarebbero 28. Il tribunale di Genova avrebbe anche stabilito la sospensione dal lavoro per un anno di ex e attuali 10 dirigenti tecnici di Spea per falsa testimonianza in relazione ai lavori di manutenzione su diversi ponti, tra cui le ispezioni interne di quelli nell’area di Genova che non sarebbero state fatte per anni. Infine, riporta il Corriere, Autostrade per l’Italia ha chiuso alcune corsie e nell’area di Genova a seguito di un livello di deterioramento dell’attività superiore a quello riportato in passato da Spea.
A Piazza Affari il titolo Atlantia cede lo 0,9% a 22,66 euro, sostanzialmente in linea con l’andamento del mercato. Il Ftse Mib infatti perde circa l’1% in area 23.500 punti.