Unicredit e l’esposizione in Russia: nel worst case forte impatto su Cet1, ma cedola rimane
Il dividendo di Unicredit non è a rischio anche nel worst case, ossia se la totalità della massima esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata. Unicredit ieri sera ha dettagliato la propria esposizione in Russia precisando che anche nel caso estremo, che non è considerato come scenario base, l’impatto sul CET1 ratio a fine 2021 sarebbe di circa 200 punti base.
Unicredit ha rassicurato che la solida posizione di capitale consentirebbe di assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13% di CET1 e in virtù di questo conferma il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro. Inoltre, la banca guidata da Andrea Orcel conferma l’intenzione di eseguire il buyback fino a 2,58 miliardi, fermo restando che il CET1 rimane al di sopra del 13%.
Esposizione gestibile, titolo in volata
“Contrariamente a Raffaisen, UniCredit non sospende la distribuzione di capitale per il 2021 Mentre il colpo di capitale estremo di 200 pb è superiore ai 50 pb annunciato da SocGen, sembra gestibile grazie alla forte posizione patrimoniale di UniCredit”, commentano gli analisti di Banca Akros che confermano la raccomandazione ‘accumulate’ sul titolo.
Le puntualizzazioni sull’esposizione alla Russia hanno convinto anche Equita SIM. “Riteniamo che le indicazioni fornite confermino la solidità patrimoniale di UCG e la sua capacità di remunerazione degli azionisti, anche nell`attuale contesto di mercato”.
A Piazza Affari il titolo Unicredit oggi viaggia in testa al Ftse Mib con oltre +7% in area 9,68 euro. Già ieri il titolo era risalito con decisione (+6,1%) allontanandosi dai minimi a 7,75 euro toccati a inizio ottava.
Equita spiega come dal picco del 10 febbraio Unicredit ha perso più del 40% della sua market cap (circa 15 mld) rispetto a una media delle principali banche quotate pari a circa -30%, con un derating in termini di P/TE da 0.6x a < 0.4x incorporando perdite significative dalle esposizioni in Russia.
I dettagli dell’esposizione in Russia
UniCredit è la banca italiana più esposta in Russia dove è presente dal 2005. UniCredit Bank Russia ha una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro a fine 2021, attività ponderate per il rischio (Risk-Weighted Assets, RWA) di 9,4 miliardi e un patrimonio netto di 2,5 miliardi. Al netto delle coperture sui cambi, l’esposizione diretta del gruppo a UniCredit Bank Russia è di circa 1,9 miliardi. L’esposizione nei confronti di clientela russa è pari a circa 4,5 miliardi e rappresenta circa 3 miliardi di euro di RWA. L’esposizione, ha precisato UniCredit, è quasi interamente verso le principali multinazionali russe, per lo più in valute euro e dollari. Le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% dell’esposizione.
Le principali esposizioni del portafoglio riguardano i settori: circa il 30% verso il petrolio e il gas, circa il 20% ciascuno verso i trasporti e i macchinari & metalli, circa il 10% verso i prodotti chimici, circa l’8% verso le istituzioni finanziarie e la parte restante verso un mix di altri settori.
L’esposizione in strumenti derivati verso le banche russe è di circa 300 milioni. “La massima perdita potenziale nel caso in cui il valore del rublo si approssimi allo zero è di circa 1 miliardo di euro”, precisa il gruppo di Gae Aulenti, che calcola le possibili conseguenze nel caso peggiore.
“Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi nel paese, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione”, avverte UniCredit concludendo: “Continuiamo a gestire dinamicamente la nostra esposizione al rischio, valutando costantemente il potenziale impatto del conflitto sul Pil globale e sulle politiche pubbliche”.