Azionario Asia affossato da parole Trump. Tokyo sconta calo export, in Australia soffrono le banche
Le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump contro la Cina affossano il sentiment dei mercati azionari asiatici. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha ceduto lo 0,60% circa, la borsa di Shanghai è in calo dello 0,66%, Hong Kong ha fatto -0,74%, Sidney -1,35%, Seoul -1,22%.
La Borsa di Tokyo sconta anche il dato relativo alla bilancia commerciale di ottobre, che ha indicato che, nel mese di ottobre, le esportazioni del Giappone sono scese del 9,2% su base annua, decisamente peggio della flessione del 7,6% attesa dagli analisti di Reuters. Si tratta dell’ennesima conferma di come le economie stiano pagando, è il caso di dirlo, il pesante dazio della guerra commerciale.
A tal proposito, il presidente americano Donald Trump, ha alimentato nuovi timori che Pechino e Washington non riusciranno a raggiungere un’intesa sulla cosiddetta “Phase 1”, Fase 1 di un eventuale accordo commerciale più ampio, lanciando una minaccia forte e chiara:
“Se non raggiungeremo un accordo con la Cina, alzerò ancora di più i dazi”.
Hong Kong diventa con le sue violenze altro pomo della discordia tra Pechino e Washington. Pechino ha avvertito gli Stati Uniti di non interferire nelle questioni di politica interna della Cina, dopo che il Senato americano ha approvato all’unanimità una proposta di legge, la cosiddetta “Hong Kong Human Rights and Democracy Act”, volta a proteggere i diritti civili dei cittadini di Hong Kong, stremata dalle proteste dei manifestanti pro-democrazia e dalle risposte violente della polizia locale.
La proposta di legge tornerà ora alla Camera dei Rappresentanti Usa, che lo scorso mese aveva approvato la propria versione della norma. Le due Camere dovranno trovare un compromesso, prima che la proposta venga inviata al presidente Usa Donald Trump per la firma.
Il Senato americano ha approvato anche un’altra proposta di legge, anche questa all’unanimità, volta a vietare le esportazioni di alcuni prodotti alle forze di polizia di Hong Kong come maschere anti-gas, spray al peperoncino, proiettili di gomma, pistole da stordimento come i Taser.
Immediata la reazione cinese, con il portavoce del Ministero degli Esteri che ha accusato gli Usa di interferire con gli affari interni della Cina. Il ministero ha comunicato di aver presentato un duro reclamo all’ambasciata americana a Pechino, dopo aver appreso la notizia del passaggio al Senato della norma.
Intanto anche oggi la Cina è intervenuta sui mercati, con la banca centrale People’s Bank of China che ha tagliato i tassi di riferimento sui prestiti a uno e a cinque anni entrambi dello 0,05%, rispettivamente al 4,15% e al 4,8%.
A Seoul i titoli dei giganti Samsung Electronics e SK Hynix hanno ceduto entrambi più del 2,5%, mentre in Australia a perdere terreno sono stati soprattutto i titoli bancari, dopo le accuse delle autorità anti-riciclaggio contro Westpac. Il titolo ha perso più del 3%.
A livello societario, focus anche su Alibaba che, secondo alcune fonti, ha fissato il prezzo di collocamento delle azioni che saranno offerte agli investitori istituzionali con il lancio della sua Ipo a Hong Kong.
Il prezzo, stando a quanto alcune fonti hanno riportato alla Cnbc, è stato stabilito attorno a 176 dollari di Hong Kong, l’equivalente di $22,48.