Lusso, è ufficiale: francesi di LVMH inglobano americana Tiffany, accordo da 14,7 miliardi euro
“L’acquisizione di Tiffany rafforzerà la posizione di LVMH nel comparto della gioielleria e aumenterà in modo ulteriore la sua presenza negli Stati Uniti”. Così il colosso leader mondiale nel settore dei beni di lusso LVMH ha confermato le indiscrezioni di mercato, relative al raggiungimento di un’intesa tra le due società.
In una nota congiunta, i due gruppi hanno reso noto che è stato raggiunto un “accordo definitivo per l’acquisizione di Tiffany da parte di LVMH al prezzo di 135 dollari per azione. La transazione vale circa 14,7 miliardi di euro, ovvero 16,2 miliardi di dollari”.
Bernaud Arnault, amministratore delegato di LVMH, ha commentato l’intesa affermando che la società “intende sviluppare questo gioiello con la stessa dedizione e lo stesso impegno profusi in ciascuna e ognuna delle nostre Maison. Saremo orgogliosi di avere Tiffany a fianco dei nostri marchi iconici“.
LVMH ha costruito un grande portafoglio di marchi di lusso in diversi settori retail, da quello della moda alla profumeria. Tra i marchi più noti meritano di essere menzionati Moet & Chandon, Dom Perignon, Givenchy e Louis Vuitton.
L’accordo per rilevare Tiffany è stato raggiunto per la precisione nella giornata di ieri, domenica 24 novembre, con i due board che hanno dato l’ok all’intesa. La transazione, a questo punto, dovrebbe chiudersi alla metà del 2020, una volta ottenuta l’approvazione degli azionisti di Tiffany e delle autorità di regolamentazione.
Tiffany è stata fondata a New York nel 1837 ed è diventata un marchio di gioiellieria iconico nel 20esimo secolo.
Nel corso degli ultimi anni ha incontrato non poca fatica nel riuscire a crescere. Su base annua le sue vendite e i suoi profitti sono scesi dal 2015, prima di una ripresa del giro d’affari avvenuta nel 2017. La catena di gioiellerie si è resa anche protagonista di una espansione in Cina ma, a causa di diversi fattori compresa la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ha fatto fronte a una flessione delle vendite sia negli Stati Uniti che in Asia.
Le trattative di fusione tra Tiffany e LVMH sono state rese note verso la fine di ottobre, quando Tiffany & Co. ha annunciato di avere ricevuto l’offerta non vincolante da 120 dollari per azione dai francesi di Lvmh. Nei giorni successivi, e verso la fine di novembre, sono state riportate indiscrezioni sulla volontà di LVMH di non mollare assolutamente l’osso Tiffany e di essere pronta a rilanciare la proposta di acquisto a 130 dollari per azione.
D’altronde, l’offerta di 120 dollari era stata rifiutata dal gruppo newyorchese e lo stesso mercato aveva scommesso sull’arrivo di una offerta più alta, visto che le azioni di Tiffany, nel frattempo, erano salite fino a quota $125,51, dopo essere state scambiate a $140 circa alla metà dello scorso anno. LVMH ce l’ha fatta, presentando alla fine una proposta di 135 dollari per azione. A cui, alla fine, la newyorchese Tiffany ha deciso di dire di sì.