Crisi energia: Italia accelera su eolico, Grecia propone tetto prezzo gas
La crisi energetica acuita dalla guerra in Ucraina sta mettendo a dura prova l’Unione europea che tenta di correre ai ripari. Dopo il varo del piano RepowerEU, da più parti si invoca un freno al caro-energia. Ieri il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è tornato a parlare di cap al prezzo del gas europeo nel corso di un’intervista a La7.
Un passo più deciso è stato quello del premier greco, Kyriakos Mitsotakis, che ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dettagliando precise proposte tra cui quella di inserire un tetto ai prezzi del gas, proposto come parte di un intervento diretto dell’Ue sul mercato per limitare gli aumenti. Nel dettaglio Mitsotakis ha proposto un intervento di mercato in sei punti che includerebbe un tetto massimo di prezzo sul TTF (mercato di riferimento per il gas naturale in Europa), stabilire un intervallo entro il quale la volatilità dei prezzi sarebbe limitata, e un prezzo di emergenza in caso di interruzione della fornitura dalla Russia. E l’Italia? Il Consiglio dei ministri ha sbloccato la realizzazione e il potenziamento di sei parchi eolici, in Puglia, Basilicata e Sardegna, che assicureranno una potenza pari a 418 MW. Nel dettaglio, si tratta di quattro nuovi progetti di impianti eolici. Quattro sono in provincia di Foggia, nel Comune di Castelluccio dei Sauri da 43,2 MW, nei Comuni di Cerignola e Orta Nuova da 58,5 MW, nel Comune di Sant’Agata di Puglia da 39,6 MW e nel Comune di Troia da 121,9 MW. Il Sole24Ore riporta un articolo sugli ulteriori possibili interventi del Governo considerati i cari energia e le richieste da parte delle associazioni di categoria. Tra le ipotesi ci tate dal quotidiano quella di concedere sostegni diretti alle imprese energivore in forma di sovvenzioni. Allo studio inoltre (in coordinamento con l’Europa) la possibile limitazione del prezzo di vendita del gas e la possibilità di cedere l’energia elettrica ritirata dal GSE (rinnovabile) a prezzi calmierati ai settori energivori e a rischio delocalizzazione. Il rischio regolatorio rimane quindi alto, anche se le misure citate sopra non hanno impatti significativi sul settore utilities soprattutto se nella forma di aiuti diretti ai settori energivori.