Atlantia torna a salire: su concessioni la partita è aperta, possibile intesa a gennaio
Da pecora nera a novembre a maglia rosa a dicembre. Atlantia si concede un periodo prenatalizio molto positivo a Piazza Affari. Dopo aver trascorso la seconda metà di novembre in profondo affanno, complici i sempre maggiori timori legati alla possibile revoca della concessione di Autostrade per l’Italia (Aspi), il titolo della holding della famiglia Benetton si è ripreso nelle ultime due settimane e segna un eloquente +12% dai minimi del 3 dicembre (quando chiuse a 19,63 euro). Oggi Atlantia viaggia in lieve ribasso dello 0,2% poco sotto quota 22 euro.
Oggi la carta stampata è tornata a parlare del possibile accordo tra Aspi e il governo che potrebbe arrivare a fine gennaio. A scriverlo è il Messaggero, secondo cui, se non ci saranno strappi inattesi, si andrà verso una negoziazione fra il governo ed Aspi per la revisione della concessione. Anche Bloomberg è sulla stessa linea d’onda: il Mit preferirebbe una soluzione negoziale perché in attesa che si chiariscano le responsabilità sul crollo del Ponte di Genova sarebbe un rischio accelerare sulla revoca. A gennaio, precisano le fonti, sarà pronto anche il progetto esecutivo per il Passante di Genova (un’opera da 4,5 miliardi) e quindi i due dossier potrebbero essere negoziati in contemporanea. Uno dei principali motivi di cambio di orientamento del governo potrebbe essere la sentenza del Tar che ha rinviato alla Corte Costituzionale la decisione di estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte di Genova. Per raggiunger un accordo con la controllata di Atlantia, il governo vorrebbe un aumento degli investimenti, ulteriori risorse per Genova e facilitazioni tariffarie su tutta la rete di Aspi.
“Le indiscrezioni riportate dal Messaggero e da Bloomberg sono sicuramente positive perché allontanano il rischio di revoca della concessione e riaprono la via della negoziazione sulla concessione di ASPI” affermano gli analisti di Equita che hanno rating hold su Atlantia con prezzo obiettivo a 25 euro. “Andranno verificati i termini della trattativa (impatto delle compensazioni e impatti dal possibile passaggio ad un sistema ‘RAB based’), anche se i prezzi del titolo scontavano un rischio revoca, che pare allontanarsi” precisano gli esperti, sottolineando che “rimane incertezza su quali possano essere i rischi per Aspi legati alle indagini in corso ed alle responsabilità dell’ex management, anche se i tempi di una eventuale condanna sarebbero molto lunghi”.
Benetton accelerano su valorizzazione Adr e Telepass
A scaldare nei giorni scorsi le quotazioni di Atlantia hanno contribuito le possibili novità sul fronte cessioni con la famiglia Benetton che potrebbe mettere mano a dossier importanti quali Aeroporti di Roma (Adr) e Telepass già nel primo scorcio del 2020. Il Sole 24 Ore ha riportato che su Adr a inizio anno verrà avviata la procedura per cedere una quota importante della società aeroportuale (fino al 49%). La valorizzazione di Adr – controllata al 100% da Atlantia – si aggirerebbe sui 5 miliardi di euro. Parallelamente la famiglia Benetton, azionista di controllo di Atlantia attraverso Edizione Holding, avrebbe dato disco verde anche alla valorizzazione dell’altra controllata eccellente, ossia Telepass. Le risorse che arriveranno da queste due operazioni sarebbero incanalate per finanziare una strategia di crescita internazionale.
Gli analisti rimarcano come tale strategia incentrata su importanti cessioni di quote permetterebbe di fare cassa sia per una maggiore diversificazione a livello internazionale sia per ridurre il debito. La valutazione di 5 miliardi di euro di Adr è sostanzialmente in linea con quella fatta da Mediobanca Securities di circa 5,3 mld; sempre gli analisti di piazzetta Cuccia, che hanno rating outperform su Atlantia con target price a 25,4 euro, sottolineano che invece la valutazione di Telepass nel recente passato era nell’ordine dei 2 miliardi e tali cessioni di quote di minoranza “permetteranno di finanziare future acquisizioni, parte della strategia di Atlantia di rotazione del capitale”.