Piazza Affari chiude a +1,67%, bene TIM e le banche
Intonazione positiva per Piazza Affari a inizio settimana. Il Ftse Mib segna in chiusura +1,67% a 23.426 punti. A dare slancio ai mercati sono le attese per il nuovo round di negoziati Russia-Ucraina, sebbene permangano i timori di un’escalation. Sponda anche dal calo del prezzo del petrolio con Brent e WTI arrivati a cedere oltre l’8%. Sui prezzi delle commodity in generale pesa l’impennata di casi COVID-19 in Cina che ha comportato nuovi lockdown in alcune città della Cina, inclusa Shenzhen.
Sullo sfondo l’attesa per le riunioni delle banche centrali con Fed, Bank of England e Bank of Japan che si riuniranno nei prossimi giorni e le prime due che dovrebbero aumentare i tassi.
Riflettori oggi su Tim (+4,95% 0,3031 euro) dopo che il cda di ieri ha dato mandato all’amministratore delegato di avviare un’interlocuzione con Kkr formale e ulteriore rispetto a quelle già intraprese informalmente nei mesi scorsi dai consulenti. Il board ha confermato la convinzione che vi sia in Tim un valore inespresso che deve essere tenuto in debita considerazione nel valutare qualunque ‘opzione alternativa’ alla realizzazione del piano industriale.
Tra gli altri titoli spicca il +3,7% di Unipol, così come i balzi di Intesa (+3,7%) e Unicredit (+3,3%). Debole Leonardo (-1,62%) con qualche presa di beneficio dopo che nell’intraday il titolo si era spinto fino a 9,60 euro sui massimi da febbraio 2020.
Tra i pochi segni meno ci sono i titoli oil (-2,48% Tenaris e -0,44% ENI).