Tassi bond Eurozona hanno toccato il fondo? Quelli con tassi negativi scendono a minimo in sette mesi
I tassi dei bond europei e non solo hanno per caso toccato il fondo? Con l’arrivo dell’anno nuovo, la domanda sembra più che giustificata, soprattutto se si considera che, negli ultimi mesi, i rendimenti dei titoli di stato delle economie avanzate sono tornati a salire, a fronte delle vendite che si sono abbattuti sui bond. Reuters segnala che dai dati di Tradeweb risulta che l’ammontare dei bond dell’area euro che presentano tassi negativi è sceso a dicembre a 4,14 trilioni di euro, al minimo in sette mesi. Oggi lo spread BTP-Bund a 10 anni sale di oltre +3%, superando i 164 punti base.
La rinnovata propensione al rischio degli investitori è stata alimentata dalle notizie arrivate dal fronte dei negoziati Usa-Cina: negoziati avviati per porre fine, in teoria, alla guerra commerciale o per smorzarne almeno gli effetti. L’ottimismo sull’imminente raggiungimento di una intesa è stato alimentato nelle ultime ore da un tweet del presidente americano Donald Trump, che ha annunciato che firmerà ll’accordo Phase 1 siglato a dicembre tra le controparti il prossimo 15 gennaio, alla Casa Bianca.
L’annuncio ha dato un assist al sentiment degli investitori, sostenendo di conseguenza l’azionario a svantaggio degli asset considerati più sicuri. Altro fattore positivo market mover di oggi è la decisione della People’s Bank of China – banca centrale cinese – di tagliare l’RRR, ovvero il ratio di riserve obbligatorie che le banche cinesi devono detenere. La decisione permetterà agli istituti di liberare una liquidità pari a 800 miliardi di yuan (l’equivalente, calcola Reuters, di $115 miliardi).
Così, intervistato da Reuters, ha così commentato Chris Scicluna, responsabile della divisione di ricerca sull’economia Daiwa Capital Markets:
“Parlando in generale, c’è l’impressione che il peggio sia passato, in termini di debolezza dell’attività manifatturiera globale, che è stata il principale fattore del 2019”. Allo stesso tempo, “non ci sono forti prove che avallano ciò (ovvero che il peggio sia passato). Di conseguenza, sebbene i rendimenti siano più alti e qualcuno direbbe, oggi, a causa dell’allentamento stabilito dalla banca centrale cinese (che alimenta le speranze di un recupero più veloce dell’economia), esiste il rischio significativo che la situazione cambi di nuovo”. (e che, di conseguenza, i titoli di stato tornino a essere acquistati, con conseguente calo dei tassi).
Guardando alla sessione odierna, le vendite sulla carta tedesca hanno fatto salire i tassi decennali dei Bund al record in sette mesi attorno a -0,16% (quindi ancora negativi); c’è stato poi un lieve ritracciamento a -0,18%. I tassi dei Bund a 15 anni sono saliti invece fino allo 0,0001%, virando in territorio positivo per la prima volta dal mese di luglio. I tassi a due anni sono avanzati al loro record da aprile, a -0,57%.
I tassi tedeschi non hanno così prezzato più di tanto la pubblicazione dell’indice Pmi manifatturiero stilato da IHS Markit, sceso a dicembre a 43,7 punti dal record in cinque mesi testato a novembre a 44,1 punti, in conclamata fase di contrazione, in quanto decisamente al di sotto della soglia d8i 50 punti, che rappresenta la linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori sotto quota 50) e fase di espansione (valori al di sopra).
Reuters riporta anche il valore dei tassi dei bond austriaci a 10 anni, che oggi sono tornati positivi allo 0,02%.