Dazi, Brexit, dati macro e lavoro Usa. Tutti gli eventi chiave della prima settimana piena del 2020
La prossima settimana sarà caratterizzata dal ritorno a pieno regime dei mercati dopo le festività natalizie. Si tratta della prima completa del 2020 e sembra destinata ad essere impegnativa. I mercati terranno d’occhio ulteriori dettagli sull’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina della cosiddetta “fase uno” in vista della firma ufficiale a metà gennaio.
Inoltre, come segnala l’ufficio Market Strategy di Mps Capital Services, ci sarà la riapertura del parlamento inglese e l’inizio del dibattito in merito all’approvazione dell’accordo di Brexit con l’Unione Europea, con l’approvazione alla Camera ed al Senato entro giovedì. Sul fronte banche centrali, è in programma la riunione della Banca Centrale polacca che dovrebbe confermare l’attuale tasso di interesse. Mps Capital Services aggiunge che sono inoltre previsti discorsi da parte di alcuni membri votanti della Federal Reserve.
Filotto di dati macro, in Europa si parte dai Pmi servizi
La settimana sarà anche ricca di dati macro. Oggi è stati pubblicato da Ihs Markit l’indice Pmi servizi dell’Eurozona che a dicembre è migliorato toccando un apice negli ultimi quattro mesi con 52,8 e aumentando quindi da 51,9 di novembre. Tutte le nazioni monitorate dall’indagine hanno registrato una crescita dell’attività, soprattutto la Spagna e l’Irlanda.
Non da meno anche l’Italia dove l’attività del settore terziario di dicembre è aumentata per il settimo mese consecutivo grazie all’ulteriore e più rapida crescita dei nuovi ordini. L’indice Pmi servizi si è posizionato a dicembre su 51,1, in rialzo rispetto a 50,4 di novembre. Tale valore segna il settimo mese consecutivo di incremento della produzione del settore dei servizi ed una accelerazione marginale della crescita.
Anche l’indice Pmi servizi tedesco è migliorato per il terzo mese di fila a dicembre, indicando un’ulteriore ripresa della crescita dal minimo di tre anni di settembre. A 52,9, rispetto a 51,7 di novembre, l’ultima lettura è stata la più alta da agosto, anche se ancora al di sotto della media dell’anno (54). Nei prossimi giorni l’attenzione sarà rivolta agli ordini di fabbrica e produzione industriale tedeschi.
Occhi puntati sul mercato del lavoro Usa
Una delle domande chiave degli ultimi mesi è stata se la debolezza nella produzione e la ridotta propensione agli investimenti inizieranno a mettere alla prova il mercato del lavoro anche negli Stati Uniti. In America, il mercato del lavoro è rimasto relativamente resistente nonostante questi venti contrari, che se combinati con una solida crescita dei salari, hanno mantenuto elevata la fiducia dei consumatori. Lo ha dimostrato il forte incremento registrato nel mese di novembre del dato relativo agli occupati non agricoli negli Stati Uniti.
Dal report è infatti emersa una crescita eccezionale dell’occupazione, “sebbene questo sia stato enfatizzato dalla fine dello sciopero di General Motors” scrivono gli analisti di Ing, secondo cui “probabilmente vedremo un ritmo più lento di creazione di posti di lavoro a dicembre e c’è il rischio di vedere un rallentamento più ampio delle assunzioni nei prossimi mesi. Come sempre, molto dipende dal commercio e dal fatto che le tensioni si riaccendano ancora prima delle elezioni presidenziali di novembre”.
Il dato ufficiale relativo agli occupati non agricoli negli Stati Uniti verrà diffuso venerdì, mentre già domani focus sull’Ism non manifatturiero, atteso in miglioramento.