Voglia di recupero nell’azionario globale: borsa Tokyo +1,60%, prezzi petrolio fanno dietrofront
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,60%, a 23.575,72 punti, nonostante le continue tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran seguite all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, ordinata da Donald Trump.
Voglia di recupero dell’azionario dopo le vendite delle ultime sessioni, a fronte di un ritracciamento dei prezzi del petrolio, balzati sulla scia delle notizie geopolitiche. Futures Usa positivi con un rialzo dello 0,2% circa, mentre il rapporto dollaro-yen al momento è stabile attorno a JPY 108,37, con il biglietto verde in lieve rialzo.
L’euro è in ribasso sul dollaro dello 0,13% circa, a quota $1,1181, giù anche il rapporto di cambio sterlina-dollaro, che si attesta a $1,3155; il dollaro recupera anche nei confronti del franco svizzero, con il rapporto USD-CHF in crescita dello 0,22%, a CHF 0,97.
Dopo i recenti rally, il prezzo del petrolio WTI scende dello 0,82%, a $62,76 al barile, mentre il Brent fa -0,89% a $68,30, scendendo sotto la soglia dei $70 al barile, che aveva riagguantato e superato ieri. Tra le altre borse asiatiche, Shanghai +0,67%, Hong Kong +0,50%, Sidney balza dell’1,35%, Seoul +0,95%.
Eppure le notizie che arrivano dal fronte geopolitico sono tutto fuorché confortanti:
“L’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti “ha reso il mondo e gli Stati Uniti meno sicuri”, ha detto il ministro della Difesa dell’Iran, Javad Zarif mentre la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha gridato vendetta contro l’attacco americano, ordinato da Donald Trump, con cui è stato ucciso a Baghdad Soleimani, mentre il presidente iraniano Hassan Rouhani ha avvertito Washington di “non minacciare mai la nazione iraniana”.
Dal canto suo, il presidente americano Trump ha scritto su Twitter che IRAN WILL NEVER HAVE A NUCLEAR WEAPON!, ovvero che l’Iran non avrà mai un’arma nucleare, riferendosi alla decisione di Teheran di abbandonare gli accordi nucleari. Per la precisione, Teheran si ritiene libera da tutti i vincoli imposti dall’accordo del 2015 per quanto concerne il numero di centrifughe impiegate anche se rimane aperta alle ispezioni dell’Aiea “come prima”.