Diktat governo ad Atlantia: pedaggi più bassi o addio concessione. L’ipotesi maxi-multa
Non fa numeri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ma il messaggio ad Autostrade è molto chiaro. I pedaggi devono scendere se vuole sperare di non perdere la concessione autostradale.
Le indiscrezioni parlano di una possibile richiesta del governo ad Autostrade di compensazioni fino a 4 miliardi di euro, attraverso una riduzione del 5% delle tariffe autostradali.
Oggi potrebbe già essere una giornata importante per la società che fa capo ai Benetton e che controlla 3000 chilometri di rete autostradale, con un summit tra Conte e la De Micheli.
De Micheli: quanto proposto da Autostrade non basta
Le parole della ministra De Micheli sono chiare. “Ci saremmo aspettati una riduzione significativa delle tariffe ai caselli, senza modificare il piano di maggiori investimenti per la rete e per la manutenzione”, dice la De Micheli intervistata da Repubblica. Non fa numeri, ma conferma che le varie proposte di mediazione arrivate in questi mesi da Atlantia non sono sufficienti. Pertanto i 700 milioni che Atlantia avrebbe messo sul tavolo non bastano. “Al di là di Aspi, va rivista la cultura del rapporto tra il privato e il pubblico. Il pubblico ha un interesse prevalente e se non ha la forza di farlo valere si crea uno squilibrio che è un danno anche per il privato perché si abbassa la qualità. La tragedia di Genova purtroppo è una lezione”, dice la ministra, esponente del Pd.
Sulla stampa nelle ultime ora si fa largo l’ipotesi di una maxi multa come alternativa alla revoca della concessione. Oggi potrebbe essere una giornata importante con il premier Giuseppe Conte e la stessa Paola De Micheli che faranno il punto a margine del consiglio dei ministri.
Ieri il titolo Atlantia è balzato in avanti di quasi il 4% sulle attese per un maxi-piano di investimenti che Autostrade per l’Italia potrebbe presentare il prossimo 16 gennaio stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore.
Il nuovo piano industriale di 3 anni rappresenterebbe, secondo il quotidiano finanziario, “un cambio di passo” rispetto al passato, con significativi investimenti in manutenzioni. Potrebbe essere quini un piano in continuità rispetto allo scenario attuale, a prescindere da quale sarà l’esito del braccio di ferro attualmente in atto con il Governo.