Piazza Affari chiude in affanno, Moncler -3%. Unicredit la peggiore tra le banche
Prima seduta della settimana con segno meno per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib, reduce dai massimi da maggio 2018 a cui ha chiuso venerdì scorso, ha chiuso in calo dello 0,57% a quota 24.002 punti. Oggi ha tenuto banco, in assenza della bussola di Wall Street (chiusa per in occasione del Martin Luter King Day), l’outlook del FMI che ha tagliato le stime di crescita in particolare sui principali paesi emergenti. Per l’Italia il PIL è stimato in crescita dello 0,5% nel 2020 e dello 0,7% nel 2021. Fra gli eventi clou della settimana c’è la riunione della BCE di giovedì e la Conferenza stampa del Presidente Christine Lagarde.
Sul fronte internazionale riflettori sul petrolio, con prezzi in rialzo di oltre +1% dopo che il generale Khalifa Haftar ha fatto scattare il blocco della produzione e delle esportazioni del petrolio da parte della Libia. La mossa si tradurrà in un blocco del petrolio libico di 800.000 barili al giorno. Movimento del greggio che favorisce Saipem (+0,63%) il cui amministratore delegato Stefano Cao ha dichiarato che nel 2020 il focus sarà su redditività, ritorno sul capitale e riduzione del debito, attraverso il contributo organico ma non escludendo contributi da operazioni straordinarie.
A frenare in parte Piazza Affari è stato l’effetto dello stacco acconto cedola da parte di Enel (0,16 euro per azione) e Snam (0,095 euro). Enel, che ha chiuso a -1,24% complice proprio l’effetto stacco, era reduce da un filotto di rialzi che l’aveva proiettato come miglior titolo da inizio anno del Ftse Mib.
A fare peggio di tutti oggi è stata però Moncler con una flessione nell’ordine del 3%. Male anche le banche con 1-75% per Unicredit e -1,73% per UBI Banca.
Tra i segni meno anche Telecom Italia (-0,14% a 0,5114 euro) che è il titolo che presenta il peggior saldo da inizio anno. Lo scorso venerdì l’agenzia Bloomberg ha riportato alcuni dettagli sul piano di investimenti che Telecom sta predisponendo per ampliare la copertura in FTTH. Il piano prevede la copertura entro il 2023 di 39 città di medie dimensioni con un bacino potenziale di 1,3 milioni di abitazioni e un investimento totale di 465 milioni. Telecom sta verificando l’interesse a investire insieme a operatori retail (come era stato fatto con Fastweb attraverso FlashFiber), a wholesale (stile Open Fiber) e a fondi infrastrutturali. “Si tratta a nostro avviso di parte del piano stand-alone che Tim evidentemente deve portare avanti a prescindere dall’evoluzione dei negoziati per l’integrazione con Open Fiber. Nelle nostre stime Tim ha raggiunto una copertura FTTH a fine 2019 di circa 5 milioni di abitazioni. La ricerca di opportunità di co- investimento con altri operatori o fondi ha molto senso, in quanto consente di migliorare il ritorno sul capitale, un punto fondamentale della strategia dell’ad Luigi Gubitosi” affermano gli analisti di Equita che hanno rating Buy su Telecom con prezzo obiettivo a 64 centesimi.