Ghosn: avrei potuto guidare Fiat, ma dissi no e arrivò Marchionne
Carlos Ghosn continua a difendersi dal Libano, il paese dove si è rifugiato dopo la fuga dal Giappone. L’ex numero uno di Nissan-Renault continua ad affermare che le accuse nei suoi confronti non sono fondate e ha le idee chiare sul cosa ha portato alla sua incriminazione. “Quando il mio mandato è stato rinnovato, all’inizio del 2018 – dice Ghosn in un’intervista concessa a Repubblica – alcuni colleghi giapponesi hanno avuto paura che tramite me lo Stato francese volesse prendere il controllo di Nissan. Hanno pensato che volessi una fusione, mentre io lavoravo per rendere l’alleanza irreversibile, ma senza fusione”.
Tra i rimpianti della sua lunga carriera Ghosn menziona quello di non aver accettato l’offerta dell’amministrazione Obama di guidare General Motors. Conferma anche che Fiat lo aveva cercato prima di chiamare Sergio Marchionne come amministratore delegato. E la mancata fusione FCA-Renault perchè è fallita? “Ero in carcere. Ma so che era una grande opportunità e che eravamo a buon punto: era un accordo imperdibile. Ma chi mi ha sostituito è riuscito a farselo sfuggire”, conclude Ghosh.