Forex: su cosa stanno scommettendo long (o short) hedge fund e gestori fondi
Su cosa stanno scommettendo al rialzo e al ribasso gli speculatori attivi nel mercato del forex? Dai dati resi noti dalla Commissione CFTC emerge un aumento delle posizioni short sullo yen – nonostante l’avversione al rischio scatenata dal diffondersi del coronavirus abbia alimentato gli acquisti sulla moneta giapponese – e un aumento delle posizioni nette lunghe sul dollaro Usa.
Le scommesse short sulla valuta giapponese sono aumentate di 14.000 unità, salendo dalle 31.000 della settimana precedente a 45.000, nella settimana che si è conclusa lo scorso 21 gennaio.
Stando ai calcoli effettuati congiuntamente Reuters e dalla suddetta commissione (la U.S. Commodity Futures Trading Commission), il valore delle posizioni nette lunghe totali sul dollaro è stato invece pari a $7,76 miliardi, in rialzo dai $6,64 miliardi della settimana precedente. Gli speculatori hanno riscoperto l’appetibilità del dollaro dopo che, nella settimana precedente, le scommesse long su base netta erano scivolate al valore più basso dalla seconda settimana di giugno 2018.
Niente di spettacolare sull’euro, con le puntate short che hanno segnato un lieve ribasso, calando da 48.000 unità della scorsa settimana a quota 47.000. Sono salite invece le posizioni lunghe sul dollaro australiano. In questo caso l’incremento è stato di 5.000 unità, dalle 33.000 precedenti a quota 38.000.
Oggi l’avversione al rischio alimentata dalla scoperta di nuovi casi di coronavirus ha alimentato gli acquisti sull’oro, per la sua natura di bene rifugio per eccellenza. Ma in realtà la comunità di hedge fund e di gestori di fondi, nella settimana terminata lo scorso 21 gennaio, ha ridotto le sue posizioni bullish sui contratti scambiati sul COMEX. Nelle ultime ore, il contratto spot e i futures sul metallo prezioso sono saliti in ogni caso entrambi, durante le contrattazioni asiatiche, attestandosi rispettivamente a $1.579,47 e $1.579,1 l’oncia, valori record in più di due settimane.
Esaminando altre valute che si sono distinte nelle ultime ore, sia in senso positivo che negativo, a soffrire i timori di un contagio del coronavirus più drammatico di quanto previsto è stato lo yuan, diretto interessato in quanto moneta cinese.
La valuta è scesa di quasi -0,5%, a 6,9625, al valore più basso dall’8 gennaio scorso. L’avversione al rischio è stata scatenata anche dalla decisione del governo di Pechino di estendere le vacanze del Capodanno lunare fino al prossimo 2 febbraio, rispetto alla data iniziale di giovedì prossimo, 30 gennaio.
Protagonista in senso positivo è stato lo yen, che si è rafforzato nei confronti del dollaro fino a JPY 108,73, al record dallo scorso 8 gennaio, prima di limitare i guadagni a JPY 108,95. Così Yukio Ishizuki, strategist del mercato del forex presso Daiwa Securities, a Tokyo, in un’intervista rilasciata alla Cnbc:
“Credevo che il dollaro-yen avesse un supporto forte a quota JPY 109. La soglia è stata invece bucata al ribasso, e a questo punto il prossimo target è a JPY 108,50. L’avversione al rischio – ha precisato ancora Ishizuki – dovrebbe continuare ancora un po’”.