Vigilanza Bce: le banche bocciate sono sei su 109. Ma allarme su gestione e redditività
Un quadro che presenta toni chiaro scuri, a causa anche della politica di tassi di interesse negativi che la stessa Bce ha deciso di lanciare. E’ quello che la vigilanza bancaria della Bce ha presentato, nel pubblicare i risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP).
Intanto, è emerso che ci sono sei banche che non hanno fatto bene i loro compiti, nel senso che hanno presentato livelli patrimoniali inferiori a quelli richiesti. Si tratta solo di sei istituti dell’Eurozona, sui 109 complessivi che sono stati esaminati. A questi, ha precisato Francoforte, è stato chiesto di conseguenza di aumentare il Core Equity Tier 1 (CET1) ratio.
Nessuna sorpresa per le banche italiane che avevano già comunicato i loro requisiti nel mese di dicembre. Così ha commentato il numero della Vigilanza della Bce, Andrea Enria:
“La vigilanza Bce è sostanzialmente soddisfatta del livello complessivo di adeguatezza patrimoniale degli enti significativi sottoposti alla nostra vigilanza”.
Enria ha aggiunto di fatto che “la maggior parte degli enti significativi detiene livelli di capitale Cet1 superiori ai requisiti e agli orientamenti patrimoniali complessivi”.
Detto questo, oltre al nodo redditività, c’è anche quello rappresentato da alcuni casi di gestione e di condotta delle banche dell’Eurozona.
La vigilanza ha citato infatti episodi di “gestione inefficace da parte degli organi di amministrazione e di lacune nei controlli interni”, parlando anche di di “rischi di condotta” in aree che rivelano, tra l’altro, un “notevole deterioramento”. Di conseguenza, lo scopo di Francoforte è di rendere più stringente “la valutazione sulla sostenibilità dei modelli imprenditoriali” e di continuare a chiedere alle “banche di accrescere l’efficacia dei loro organi di amministrazione”.
Sul fronte redditività, la Bce ha avvertito che “una valutazione dei modelli imprenditoriali ha mostrato che gli utili della maggior parte degli enti creditizi significativi sono inferiori al costo del capitale”. Fattore, ha messo in evidenza la vigilanza della Bce che “ostacola la loro capacità di generare capitale in modo organico e di emettere nuovo capitale di rischio.
Così, in una nota, Equita:
“la Bce ha pubblicato oggi i risultati aggregati del processo di revisione e nvalutazione prudenziale SREP, condotto nel 2019. Il requisito medio complessivo CET1 è pari al 10,6%, mentre il requisito di secondo pilastro (Pillar 2 requirement) è stato pari in media al 2,1%, entrambi invariati rispetto al 2018”.
Su come hanno performato le banche italiane nel processo Srep, Equita ha scritto:
“Nel caso delle banche italiane che hanno già pubblicato i dati, ricordiamo che il requisito di secondo pilastro è sceso di 25 bps per Unicredit(1,75%), è rimasto stabile per Monte dei Paschi (3%), Ubi Banco BPM (2,25%), BPER (2%) e Credem (1%), mentre è salito per la Banca Popolare di Sondrio (da 2.25% a 3%). Le decisioni relative alla valutazione SREP si applicano nel 2020″.