Preview bilanci banche italiane, Equita: meno esposizione a BTP, stock NPE sotto 100 MLD per prima volta in 10 anni
Grande attesa per le trimestrali delle banche italiane, che arriveranno la prossima settimana. I bilanci, relativi al quarto trimestre del 2019, non si mostreranno particolarmente brillanti, sia per il costo del rischio che per la flessione del margine netto di interesse. Minore l’esposizione, da parte delle banche, verso i BTP e la carta italiana, mentre un assist positivo arriverà dalla crescita delle commissioni. E’ questo il quadro presentato dagli analisti di Equita SIM, nella nota dedicata alla preview sulle trimestrali delle banche italiane.
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Intesa SanPaolo sarà la prima banca italiana, il prossimo 4 febbraio, a togliere il velo ai suoi conti.
Così si legge nella nota di Equita SIM: “Ci aspettiamo un set di risultati poco brillante a causa della continua pressione sul NII (per l’appunto sul margine netto di interesse) via spread/volumi e aumento del costo del rischio. Prevediamo utili cumulati al netto di one-off per 1,6 miliardi, rispetto ai 2,6 miliardi del terzo trimestre”.
Meno utili, meno redditività dunque, come dimostrerà il margine netto di interesse: “Tutte le banche dovrebbero riportare una contrazione su base trimestrale (in media pari a – 2%) a causa del minor contributo di tutte le determinanti del margine ie spread (via maggior costo del funding per le emissioni di bond realizzate), volumi e titoli di stato. Inoltre alcune banche (UBI) potrebbero risentire del venir meno del contributo al NII dei portafogli NPL venduti nel terzo e quarto trimestre del 2019″.
Buone notizie invece dal fronte delle commissioni. Per la SIM le “commissioni dovrebbero rappresentare l’unica nota positiva (previsto un aumento del 3% su base trimestrale), grazie al contributo dell’AM (+7%) che beneficia delle performance fees”.
Un’altra nota dolente sarà rappresentata invece dal costo del rischio:
“Ci attendiamo un aumento generalizzato da 54 a 75 punti base, mentre lo stock di NPE dovrebbe risultare in calo grazie all’attività di cancellazione e alle cessioni (UBI Banca -1 miliardo, UniCredit -6 miliardi) con un run-rate simile a quello del terzo trimestre (-11 miliardi su base trimestrale, ovvero un calo del 6%)”.
“Lo stock di NPE dovrebbe calare, per la prima volta da 10 anni – sottolinea ancora la nota di Equita Sim – sotto i 100 miliardi, con un NPE ratio di 7,5% (8,1% nel terzo trimestre)”. Da segnalare che NPE sta per Non Performing Exposures, ovvero per l’esposizione che un istituti di credito ha verso gli asset non performanti, in particolare gli NPL (non performing loans, ovvero crediti deteriorati o crediti inesigibili.
Riguardo al capitolo doom loop, ovvero all’esposizione delle banche italiane verso i titoli di stato italiani, secondo gli analisti di Equita gli istituti dovrebbero “aver leggermente ridotto l’esposizione ai titoli di stato visto che in base ai dati Banca d’Italia di novembre lo stock era calato di 15 miliardi su base mensile, ovvero del 4%. Continuiamo a ritenere che una significativa riduzione a questa asset class rappresenti un trend indifferibile nell’ambito del processo di convergenza all’unione bancaria”.
Guardando al comparto bancario in generale, Equita conferma la “view prudente sul settore nonostante un P/TE di 0.6x, P/E 2020E di 9,5x e una performance piatta dal terzo trimestre: crediamo infatti che la generazione di utili sarà fortemente sotto pressione sia nel breve (causa costo del rischio, che vediamo difficilmente ridursi dai livelli FY2019, pari a 58 punti base) che nel medio termine (causa riduzione stock titoli di stato ed NPE), scenario difficilmente coerente con una espansione dei multipli dai livelli attuali”. Occhio a UniCredit, con il consensus degli analisti che stima un boom del dividendo di ben il 133%.
Il titolo UniCredit, tra l’altro, viene considerato a sconto di ben il 15% rispetto alle rivali europee ed è l’unico che si è aggiudicato un Buy dagli analisti di UBS, in base a quanto emerso dal loro outlook sulle banche italiane.