Ascopiave: aria di risiko dopo acquisti Hera e A2A. Per Equita utility non è contendibile
Si fa sempre più acceso il risiko nel Nord Est come sottolineano gli analisti di Equita dopo che Hera ed A2a hanno acquistato a poche ore di distanza l’una dell’altra pacchetti azionari in Ascopiave, utility controllata da un patto di sindacato di una cinquantina di comuni per lo più delle province di Treviso e Vicenza con il 51% del capitale, con il comune di Rovigo al 5%.
Amber vende: si fanno avanti Hera
La scorsa settimana il fondo Amber ha deciso di cedere sul mercato la sua intera partecipazione in Ascopiave, pari al 5,19%. Da qui si sono mosse sia Hera, società controllata da un gruppo di comuni dell’Emilia-Romagna, sia A2a controllata dai comuni di Milano e Brescia alleatasi con tutti le aziende dei capoluoghi di provincia in Lombardia. Nel dettaglio lo scorso giovedì sera il fondo attivista Amber ha annunciato la cessione di un 2,5% circa a Hera a un prezzo di 3,98 euro per azione. Il venerdì mattina seguente A2a ha reso noto di aver acquisito, sempre dal medesimo venditore, il 4,16% a 4,30 euro.
Per Equita la mossa di A2A è una sopresa
L’uscita di Amber avviene a valle di una presenza prolungata all’interno dell’azionariato di Ascopiave e per logiche legate al reinvestimento in altri progetti. Se da una parte come indicato da Hera, l’acquisto delle quote è stato concordato (sia con la Holding che conAscopiave) nell’ambito della ormai consolidata joint venture per lo sviluppo del business retail nell’area Veneta, dall’altra l’acquisto di quote da parte di A2A è stato giustificato “nell’ambito di una più ampia strategia di presenza di A2A in Veneto e di dialogo con il territorio”, ma per Equita è stata una sorpresa. Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, la manovra su Ascopiave è stata percepita come ostile dagli azionisti del socio di maggioranza Asco Holding, che riunisce i Comuni della provincia di Treviso (sono 79) e di Rovigo serviti dalla società contesa.
Ma considerata la maggioranza del 51% da parte dei soci pubblici, gli analisti di Equita ritengono che Ascopiave non sia direttamente contendibile, ma possa esser un possibile target per operazioni di aggregazione (merger) nel territorio Veneto. Il gruppo, infatti, è molto appetibile ad avviso degli esperti anche considerando il basso premio sulla RAB (20%) che si riduce ogni anno anche per il 4% di rivalutazione della PUT di cessione ad Hera, gli elevati dividendi pagati (yield 5-6% con la possibilità di un dps straordinario quest’anno grazie a parte del capital gain della cessione retail ad Hera (capital gain di 300 €mn) e la rilevante presenza nel settore distribuzione gas a monte della tornata delle gare dei prossimi anni.
Secondo Banca IMI invece il titolo di Ascopiave continuerebbe a beneficiare di interessi speculativi sulla società a seguito delle partecipazioni incrociate di Hera e A2A, considerando anche la logica industriale di entrambe le società. “Per quanto riguarda Hera, sottolineano da Banca IMI, riteniamo che questa novità sia tanto neutrale quanto pensiamo che l’azienda poteva contare su un solido rapporto con Ascopiave e i suoi azionisti, costruito attraverso la JV EstEnergy”. In Borsa i titoli festeggiano con Hera al momento che segna un rialzo dell’1,17% a 4,15 euro mentre A2a allo 0,58%.