Piazza Affari rifiata dopo recenti record, sprint di Mediobanca
Piazza Affari avvia l’ultima seduta della settimana sotto la parità, dopo la lunga striscia di rialzi messa a segno da inizio mese. L’indice Ftse Mib arretra dello 0,4% in area 24.300 punti, dopo aver terminato ieri con un progresso dell’1%. Nelle prime quattro sedute di febbraio il balzo dell’indice guida è di oltre +5%.
I timori per l’epidemia di coronavirus tornano in primo piano con un bilancio che non smette di peggiorare e si guarda ai possibili impatti sull’economia globale. Le autorità sanitarie cinesi hanno fatto sapere che al momento i morti sono saliti a 636 e le persone contagiate a oltre 30.000. Il presidente cinese Xi Jinping ha assicurato che il paese sta facendo tutto il possibile per contenere il contagio, secondo quanto ha riportato la televisione pubblica cinese. Intanto sale l’attesa per i dati sul mercato del lavoro americano, che verranno diffusi nel primo pomeriggio.
Non aiutano nemmeno le indicazioni giunte dalla Germania questa mattina, con la produzione industriale che a dicembre è scesa del 3,5% rispetto al mese prima, decisamente sotto le attese. Tra gli altri appuntamenti si segnala la riunione della Banca centrale della Russia che dovrebbe confermare i tassi al 6,25%. Per quanto riguarda l’Italia, oggi l’Istat pubblicherà la nota mensile sull’andamento dell’economia a gennaio. A livello societario, prosegue la stagione delle trimestrali con i conti di Banca Mps, Buzzi Unicem e Cnh Industrial.
Passando all’azionario, nel Ftse Mib Mediobanca scatta in vetta con un rialzo dell’1,4%, dopo i nuovi rumors sulla possibile scalata di Leonardo Del Vecchio nel capitale della banca. Acquisti anche su Atlantia (+0,8%) e Nexi (+0,8%).
Debole Saipem (-0,7%) che si è aggiudicata alcuni nuovi contratti EPCI in vari paesi per un valore complessivo di oltre 500 milioni di dollari Usa.
Sottotono Enel (-0,4%) nonostante abbia archiviato il 2019 con risultati in crescita e migliori delle attese. I ricavi si sono attestati a 80,3 miliardi di euro, in aumento del 6,1% rispetto al 2018 e sopra le stime degli analisti ferme a 79,5 miliardi.
Poco mossa Banco Bpm (-0,2%) che chiude il 2019 con un utile netto consolidato di 797 milioni di euro, che si confronta con una perdita di 59 milioni dell’esercizio 2018. Battute le attese che erano ferme a 771 milioni.
Tra le peggiori del litino principale troviamo A2a (-2,2%) ed Exor (-1,3%).