UniCredit verso 6000 esuberi e chiusura 450 filiali. Mustier fa sognare soci con dividendi più alti
La notizia crea sconcerto e gela governo e sindacati, lasciando quasi indifferente Piazza Affari, dove il titolo segna un ribasso, in mattinata, dello 0,30% circa. Nelle stesse ore in cui l’AD Jean-Pierre Mustier fa sognare gli azionisti parlando di aumento dei dividendi, i sindacati ricevono una lettera in cui UniCredit li mette di fronte al fatto compiuto: in Italia sono necessari 6.000 esuberi, ed è necessario chiudere, anche, 450 filiali: tutto entro il 2023. Con i sindacati bisogna però avviare le trattative al più presto, per concluderle entro il primo trimestre di quest’anno. Questo, mentre Mustier rende noto con la sua intervista rilasciata a Bloomberg che la banca deciderà all’inizio dell’anno prossimo se aumentare i dividendi al 50% dell’utile netto e se distribuire anche un dividendo extra. C’è da dire che dai risultati di bilancio comunicati qualche giorno fa era emersa in modo lampante una politica dei dividendi più generosa da parte della banca.
Il ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha convocato i vertici di UniCredit per venerdì 21 febbraio, come emerge da una nota diramata dal Ministero. Le trattative tra UniCredit e i sindacati partiranno una settimana prima, venerdì 14 febbraio, praticamente tra tre giorni.
Nella missiva ai sindacati l’istituto chiede di cercare “soluzioni condivise”, in particolare per coloro che maturano “il requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2023 (con diritto alla pensione fino all’1 gennaio 2024 compreso)”. Per le altre uscite si “intende poi valutare in via prioritaria l’attuazione dello strumento del fondo di solidarietà di settore“. In relazione a questa soluzione la banca “ritiene sostenibile far riferimento all’uscita di personale più prossimo al diritto di pensione, con un anticipo medio rispetto al primo requisito pensionistico di 36 mesi, adottando finestre di uscita che garantiscano certezza di realizzazione degli obiettivi di riduzione”.
L’istituto “chiarisce sin da ora che, nell’ambito della valutazione, si terrà conto delle residue circa 400 richieste di accesso alla sezione straordinaria del fondo di solidarietà di settore raccolte e non accettate nell’arco di piano Transform 2019 tra la popolazione maturante il primo requisito pensionistico entro il 30 giugno 2024”. Per quelli che “successivamente al termine della raccolta del precedente piano” hanno avuto “un anticipo della maturazione del proprio requisito pensionistico entro il 1/mo giugno 2024” la banca “conferma la disponibilità a gestirne la cessazione in via prioritaria entro la fine del primo semestre 2020”. Nell’ambito della trattativa verranno approfondite, per l’appunto, “ulteriori forme di esodo che consentano di ampliare le forme e/o le uscite” come “quota 100, opzione donna, riscatti di periodi non coperti da contribuzione”.