Notizie Notizie Italia Atlantia: Benetton pronti a liberarsi di Autostrade? Rumor: anche un fondo australiano tra interessati alle quote

Atlantia: Benetton pronti a liberarsi di Autostrade? Rumor: anche un fondo australiano tra interessati alle quote

17 Febbraio 2020 11:01

Poco mosso il titolo Atlantia a Piazza Affari, dopo le indiscrezioni secondo cui i Benetton sarebbero ormai pronti a vendere Autostrade (ASPI), rassegnati ormai alla punizione della revoca.

Così il quotidiano di Marco Travaglio:

“ORA, FONTI ben informate e vicine al dossier confermano che la famiglia trevigiana si sarebbe decisa a spingere la holding Atlantia a mettere sul mercato una quota rilevante di Autostrade per l’Italia (Aspi). E questo perché quello che è tuttora l’azionista di maggioranza del governo, il Movimento 5 Stelle, non ne vuole sapere di lasciare la concessione a un’azienda che custodiva un ponte che si è sbriciolato, con le sue 43 vittime. Dopo mesi di trattative e bracci di ferro che non hanno portato risultati, Atlantia sarebbe intenzionata a vendere parte del suo business più redditizio. La holding controlla l’88% della concessionaria e potrebbe mettere sul mercato una cifra non superiore al 50%”.

Ma chi sarebbero i compratori? Stando alle indiscrezioni de Il Fatto “l’ultima ipotesi risale a poche settimane fa ed era stata fatta ventilare proprio da Autostrade al ministero delle Infrastrutture, guidato da Paola De Micheli (Pd). Una proposta di accordo transattivo per chiudere la ferita aperta dal Morandi facendo acquistare dallo Stato – per il tramite della Cdp – il 49% del capitale di Aspi. Un acquisto che, se prendessimo la valutazione complessiva con cui, nel 2017, il fondo statale cinese Silk Road ha rilevato il 5% del capitale di Autostrade, costerebbe allo Stato circa 5,5 miliardi, una cifra enorme, che però potrebbe essere più bassa nel caso concreto che la concessione venga in qualche modo rivista aumentando la manutenzione e gli investimenti non remunerati in tariffa. Anche così, però, resterebbe una cifra a nove zeri. L’ipotesi sarebbe stata scartata, anche perché politicamente insostenibile per il premier Conte(contrario a un impegno così gravoso per la società pubblica) e soprattutto indigeribile per i 5 Stelle”.

Intanto Equita SIM in una nota di stamattina sottolinea come nulla di fatto sia emerso dalla riunione del consiglio di amministrazione di Atlantia.

“Le trattative col governo sarebbero ancora bloccate, ma la revoca sarebbe accantonata. Secondo il Sole, il cda di Atlantia convocato ieri, non avrebbe discusso il tema dei rapporti col governo. Il cda sarà riconvocato dopo l’approvazione del decreto milleproroghe (considerato dalla stessa Atlantia uno schiaffo nei suoi confronti) e dovrà valutare come muoversi, soprattutto se non sarà modificata la struttura attuale del decreto, come sembra probabile se il governo chiederà il voto di fiducia”.

A tal proposito, da segnalare che già negli ultimi giorni si era parlato di un possibile ingresso, nel capitale di Autostrade, di Cassa depositi e prestiti o F2i. Soluzione che, ragionando in un’ottica di mercato, era stata salutata con favore dagli analisti di Equita in un altro commento. Nella nota odierna, Equita continua a descrivere le opzioni rimaste in mano ad Atlantia:

“Rimarrebbe come ipotesi per Atlantia la possibilità della risoluzione del contratto, unico strumento per provare a far valere le proprie ragioni”.

Anche Equita affronta la possibilità che, nel capitale di Autostrade, entrino altri soggetti:

“Sul tema dell’apertura del capitale di ASPI a terzi, secondo Repubblica sarebbero numerosi i soggetti interessati, oltre a CDP ed F2i ci sarebbe anche il fondo australiano Macquarie. Il problema principale sarebbe quello di avere un sistema tariffario chiaro che consenta di stabilire un valore certo per ASPI. Secondo il Messaggero non ci sarebbe ancora l’accordo con il governo, perché seppure la possibilità della revoca sia accantonata, Atlantia chiede la modifica del milleproroghe, ma fino ad ora non ci sarebbero aperture da parte del governo. Anche Il Fatto sottolinea che la revoca potrebbe causare un lungo contenzioso e quindi l’unica soluzione per fare uscire il governo dallo stallo è che Atlantia venda il controllo di ASPI. Una soluzione con l’entrata di CDP o F2I in ASPI secondo meccanismi di mercato sarebbe positiva perché eviterebbe lo scenario di revoca della concessione. Nel caso di cessione del controllo di ASPI andrebbero trovati assets alternativi, considerando che la concessione di ASPI ha una duration di 19 anni”.