Banche in affanno in Borsa: Equita calcola calo dell’8% degli utili se peggiora quadro macro
I timori per la diffusione del coronavirus in Italia mettono sotto pressione anche oggi il Ftse Mib, con lo spread torna a salire. E di fronte alle deboli stime economiche che vengono snocciolate in queste ore, le banche tornano a essere delle sorvegliate speciali a Piazza Affari. Tra le peggiori del comparto Banco Bpm che lascia sul terreno il 3,6%, giù anche Unicredit, Ubi e Intesa con cali di oltre l’1 per cento.
Alla luce dell’attuale scenario, Equita Sim ha incentrato l’attenzione proprio sul settore bancario italiano, effettuando un’analisi dell’utile e delle valutazioni degli istituti di credito di fronte a un peggioramento del quadro macroeconomico. “Le nostre stime 2020-22 – basate su un’aspettativa di crescita media del Pil di circa un +0,5% – incorporano flussi di nuovi Non performing exposure (Npe) per 15 miliardi di euro (rispetto ai 15,6 miliardi del 2019 e 16,5 miliardi del 2018), pari a un default rate di 1,2%: ne deriva un costo del rischio mediamente pari a 55 punti base, sostanzialmente stabile su base annua al netto di alcuni one-off”, segnalano gli esperti della sim milanese sottolineando il fatto che “storicamente, con un tasso di crescita del Pil di 0,5% / 1%, il default rate delle banche è stato appunto di poco superiore all`1%, mentre con una contrazione del Pil superiore al 2% il default rate ha superato il 4%, con una reazione ovviamente non lineare”.
Da Equita segnalano inoltre che “incorporando un peggioramento del default rate del 20% a 1,6% – equivalente ad assumere un Pil di circa un -0,5% – i flussi annui di nuovi Npe aumenterebbero a 18 miliardi di euro n con un impatto negativo sulle stime di utile e valutazioni di circa 8%. La price action di ieri dell’indice bancario domestico (-5,4%) sembra incorporare parzialmente uno scenario di questo tipo ed indicare un’ipotesi di Pil per il 2020 flat”.