Coronavirus: economia italiana sotto pressione, a soccorrerla politiche fiscali espansive
L’improvvisa esplosione del contagio da coronavirus in Italia ha avuto ripercussioni importanti sui mercati finanziari. A cominciare dal lunedì nero di PIazza Affari. E alla riapertura settimanale le Borse europee sono state in perdita con una corsa degli investitori verso i beni rifugio (Treasury e Bund, oro).
Italia sotto il ciclone coronavirus: economia in contrazione
Soffermandosi proprio sull’Italia, nell’occhio del ciclone per l’improvvisa irruzione del coronavirus, l’azione di contenimento e contrasto messa in atto nel nostro paese testimonia però come la lotta al virus sia al primo posto delle agende di tutti i governi nella terza economia europea e ottava mondiale, conferma la dimensione globale del fenomeno. Come afferma Matteo Germano, Head of Multi-Asset, CIO Italy di Amundi, però il costo di tali decisioni sarà però inevitabilmente una contrazione dell’attività economica del paese già attesa su livelli modesti per il 2020. A preoccupare gli investitori però vi è il calo degli asset italiani che subirà l’economia del paese, essendo stato colpito il suo cuore produttivo. Nel breve, a pesare sulla Borsa Italiana
l’incertezza sulle prospettive economiche in misura non del tutto dissimile dalle altre borse europee (come testimoniato dal movimento quasi sincronizzato nella giornata odierna). Nel dettaglio, continua l’analista, i BTP potrebbero subire qualche pressione di vendita, poiché i mercati inizieranno a scontare l’arrivo della recessione economica e vorranno prendere profitto dato il forte apprezzamento dei titoli di Stato italiani nel corso degli ultimi mesi.
E in Cina?
Allargando lo spettro di osservazione, Amundi ipotizza come scenario base una stabilizzazione della crescita economica globale vicino al potenziale con un andamento che sarà però condizionato dall’impatto del coronavirus. “Prevediamo, infatti, che la crescita globale subirà un rallentamento nella prima parte dell’anno per poi rimbalzare nella seconda parte del 2020 grazie all’azione di stimolo delle autorità politiche e monetarie: il risultato finale dovrebbe essere una crescita mondiale nel 2020 relativamente più bassa delle attese, 3% rispetto al 3,2% precedentemente stimato”, segnala ancora Germano.
Quanto alla Cina, epicentro del virus, subirà il maggior impatto negativo nel primo trimestre, con la crescita del PIL che dovrebbe attestarsi intorno al 4,5% rispetto al 5,8% iniziale, mentre l’espansione per l’intero anno dovrebbe calare al 5,6% (dal 5,8% atteso). Secondo gli esperti la Cina riuscirà a fronteggiare questa epidemia risiedono “nell’azione energica esercitata dalle autorità cinesi che, dopo l’esitazione iniziale, hanno poi implementato misure drastiche per abbattere la diffusione del virus. Gli interventi, culminati nell’isolamento della provincia Hubei (il cui capoluogo è la città di Wuhan), hanno avuto e stanno avendo inevitabilmente un contraccolpo sull’economia domestica, fronteggiato però con poderose azioni di stimolo fiscale e monetario che dovrebbero consentire all’economia un rimbalzo, probabilmente già nel secondo trimestre”. La stabilizzazione dell’economia cinese resta un elemento fondamentale per il commercio globale.
Cosa servirà per fronteggiare il rallentamento
Secondo l’esperto di Amundi, per fronteggiare l’inevitabile rallentamento serviranno politiche fiscali espansive e allo stesso tempo aiuterà, in questo, l’atteggiamento della nuova Commissione Europea, favorevole ad un ruolo più attivo dei bilanci pubblici, in affiancamento alla già espansiva azione della Banca centrale Europea.
“Questa potenziale spinta negativa potrebbe però, dall’altro lato, conclude Germano, essere compensata dall’influsso positivo di diversi fattori: il piano di acquisti della BCE (QE2), considerazioni di valore relativo (l’Italia è uno dei pochi paesi sviluppati che offre ancora rendimenti positivi), rischi politici minori”.
(ARTICOLO A CURA di Alessandra Caparello)