Eni: +3,5% annuo per la produzione upstream fino 2025, poi flessione oil
Eni si sofferma sulle principali linee strategiche di medio/lungo termine che prevedono tra l’altro una crescita della produzione upstream “confermata a un cagr del 3,5% fino al 2025, anno di plateau che sarà seguito da un trend flessibile decrescente principalmente nella componente olio. Resta ferma l’indicazione di un mix produttivo con una componente gas del 60% al 2030 e pari a circa l’85% al 2050”. Lo si apprende in una nota di Eni. Per quanto riguarda le rinnovabili Eni prevede “la progressiva espansione globale per una capacità installata superiore a 55GW al 2050”, ma anche “la selezione delle aree di espansione legata alla presenza dei nostri clienti e della loro crescita in modo da massimizzare la valenza del modello integrato” e “la prosecuzione delle attività di sviluppo nelle aree in cui Eni già opera”.
“L’Eni del futuro sarà quindi ancor più sostenibile. Sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo ealt amente connesso ai business esistenti”, afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, sottolineando che “La produzione oil & gas, che prevediamo raggiunga il plateau nel 2025, sarà destinata a ridursi negli anni successivi, principalmente nella componente olio. Ne risulterà un portafoglio ancor meglio bilanciato e integrato che farà della flessibilità e della remunerazione competitiva i suoi ulteriori punti di forza”.
Descalzi aggiunge: “Abbiamo poi quantificato i target di riduzione della nostra impronta carbonica. Per primi ci siamo dati una metodologia di calcolo delle emissioni omnicomprensiva che include emissioni dirette e indirette derivanti dall’uso finale dei prodotti, indipendentemente dal fatto che siano di nostra produzione o acquistati da terzi. Di conseguenza, i target di riduzione delle nostre emissioni assolute di GHG non hanno una quantificazione direttamente comparabile con altre metodologie per l’ampiezza della rilevazione. La riduzione fissata è dell’80% delle emissioni nette GHG dei nostri prodotti energetici al 2050, ben oltre la soglia di riduzione del 70% indicata dalla IEA nello scenario compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”.