Wall Street in rialzo, scossa hawkish Fed fa bene alle banche. Goldman Sachs presenta outlook tassi prossime riunioni
Wall Street si riprende dalla scossa più hawkish arrivata dalla Federal Reserve di Jerome Powell: la prospettiva di rialzi dei tassi più aggressivi sostiene in particolare i titoli delle banche Usa, che puntano verso l’alto. Bene JP Morgan e Bank of America.
Alle 15 circa ora italiana, il Dow Jones avanza di 250 punti circa (+0,72%), a 34.801 punti; lo S&P 500 sale dello 0,60% a 4.487 punti mentre il Nasdaq mette a segno un rialzo dello 0,51% a 13.909 punti.
Sul Dow Jones si mette in evidenza il titolo Nike, che riporta un rally di oltre il 4%, dopo che il colosso Usa degli articoli sportivi ha pubblicato un bilancio relativo al suo terzo trimestre fiscale migliore delle attese.
L’utile netto di Nike dei tre mesi terminati il 28 febbraio scorso si è attestato a $1,4 miliardi, o 87 centesimi per azione, rispetto agli $1,45 miliardi, o 90 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato è stato migliore dei 71 centesimi per azione attesi dal consensus, stando ai dati di Refinitiv. Bene anche il fatturato, salito del 5% a $10,87 miliardi, dai $10,36 miliardi dello stesso trimestre dell’anno precedente, meglio dei $10,59 miliardi stimati dagli analisti.
Procter & Gamble sale dell’1% dopo l’upgrade arrivato da Truist, che ha migliorato il rating sul titolo a “buy”, sottolineando che i fondamentali del gigante dei prodotti al consumo sono sottovalutati.
Recupera il titolo Boeing dopo la perdita pari a -3,6% della vigilia, provocata dalla notizia dello schianto dell’aereo Boeing 737 della compagnia aerea China Eastern Airlines.
Ieri l’autorità dell’aviazione cinese ha reso noto che un aereo per passeggeri Boeing 737 della compagnia aerea cinese si è schiantato al suolo con 132 persone a bordo, inclusi 123 passeggeri e nove membri dell’equipaggio.
Rimangono sotto i riflettori i tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che, dopo le parole di Jerome Powell, numero uno della Fed, sono balzati fino al 2,359%, nuovo record dal maggio del 2019.
Ieri Powell ha detto chiaramente che l’inflazione, negli Stati Uniti, è troppo alta e che potrebbe essere necessario procedere a strette monetarie di entità superiore ai 25 punti base, in una riunione o in più riunioni.
Le parole del banchiere centrale hanno portato i mercati a scommettere che, nel prossimo meeting del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – i tassi Usa saranno alzati di 50 punti base, dopo il primo rialzo dal 2018 annunciato mercoledì scorso, 16 marzo, pari a 25 punti base, che ha portato il costo del denaro al range compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%.
Il Dow Jones Industrial Average ha perso così 201,94 punti (-0,6%), lo S&P 500 ha chiuso in calo attorno alla parità e il Nasdaq è sceso dello 0,4% a 13.838,46 dopo essere scivolato nei minimi intraday fino a -1,5%.
Goldman Sachs ha riferito proprio ieri di aver rivisto al rialzo le previsioni sui tassi Usa, stimando due strette monetarie da 50 punti base nelle riunioni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, di maggio e giugno. E il responsabile economista di UBS, Jonathan Pingle, ha sottolineato di credere che “le probabilità di un rialzo dei tassi di 50 punti base stiano aumentando”.
Nelle ultime ore le tensioni geopolitiche provocate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si sono ulteriormente intensificate.
Il ministero russo degli Affari esteri ha reso noto di aver convocato l’ambasciatore americano a Mosca John Sullivan per protestare formalmente contro gli Stati Uniti, dopo che il presidente americano Joe Biden ha definito l’omologo russo Vladimir Putin “un criminale di guerra”.
L’accusa di Biden, ha sottolineato il ministero degli Esteri della Russia, “ha portato le relazioni tra la Russia e l’America sull’orlo della rottura”.