FCA (-7%) cade ai minimi dal 2016, dipendenza da mercato Usa diventa un’incognita
L’aggravarsi dell’emergenza coronavirus pesa sul titolo FCA, che oggi cede un ulteriore 7% circa e ha toccato un minimo a 8,8 euro, livello più basso da dicembre 2016. Il titolo segna un crollo di circa il 40% rispetto ai massimi del novembre 2019 quando il titolo si era spinto fino a 14,78 euro a seguito dell’annuncio delle negoziazioni per una fusione alla pari con il gruppo PSA.
Oltre alle preoccupazioni legate all’Italia, il mercato guarda ai possibili sviluppi dell’emergenza coronavirus oltreoceano in quando il mercato nordamericano che ha un peso preponderante per il gruppo guidato da Nike Manley. Da solo il Nord America ha contribuito alla marginalità del gruppo di tutto il 2019 con l’EBIT adjusted 2019 dell’area Natfa è stato infatti di 6,7 miliardi di euro, pari a quello totale di gruppo.
Fca ieri ha annunciato che chiuderà temporaneamente alcuni impianti italiani nell’ambito delle misure per contrastare la diffusione del Coronavirus. LO stop riguarda le fabbriche di Pomigliano fino al 16 marzo, Melfi e la Sevel fino a sabato, Cassino oggi e domani. Tutti gli stabilimenti italiani saranno coinvolti in interventi straordinari.