Fca resta in preda alla volatilità in Borsa dopo immatricolazioni, ma analisti restano sul buy
Seduta all’insegna della volatilità per Fca a Piazza Affari. Dopo un avvio in calo di oltre il 3%, il titolo del gruppo guidato da Mike Manley ha recuperato terreno e ora cede lo 0,9% a 6,273 euro per azione. Da inizio anno Fca ha registrato un calo di oltre il 52%, in uno scenario che vede il comparto dell’auto tra i più penalizzati in Europa alla stregua del mondo bancario (-41% Ytd per l’indice Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts).
L’attesa debacle di marzo, primo mese di crisi
Sotto i riflettori del mercato le indicazioni sulle immatricolazioni di nuove auto in Italia a marzo, il primo mese della crisi. Un mese di marzo ‘nero’ per le quattroruote schiacciate sotto il peso dell’emergenza coronavirus e alle prese con le restrizioni messe in atto dal governo per contenere la diffusione del virus. Numeri shock, con solo 28.326 immatricolazioni, in calo dell’85,4% rispetto allo stesso mese del 2019. “La filiera automotive si trova oggi di fronte ad una situazione senza precedenti, nel quadro della crisi economica più pesante dal secondo dopoguerra in cui la pandemia ci ha scagliato”, ha dichiarato Paolo Scudieri, presidente di Anfia.
Per Fca i numeri di marzo parlano di un crollo delle immatricolazioni a quota 4.649 vetture, in contrazione del 90,34% rispetto allo stesso mese del 2019 quando erano 48,109. Le immatricolazioni di marzo e del primo trimestre dell’anno non sono confrontabili con i risultati dell’anno scorso, a causa delle necessarie misure messe in campo dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 che ha profondamente colpito il Paese. Infatti, a partire dall’11 marzo sono state chiuse tutte le attività non necessarie, incluso le concessionarie e ogni punto di vendita di automobili e – come conseguenza di questo blocco totale delle vendite – rispetto all’anno scorso il mercato dell’auto in Italia a marzo perde l’85,4% e nel trimestre il 35,5%.
Per quanto riguarda le performance del primo triemstre di Fca negli Stati Uniti, è stato registrato un calo delle immatricolazioni del 10% su base annua a 447mila unità, con marzo che ha compromesso il buon andamento del primo bimestre. Positivo solo l’andamento di RAM (+3% a 140mila), mentre hanno mostrato una flessione Jeep (-14%), Chrysler (-5%), Dodge (-20%), Fiat (-49%) e Alfa Romeo (-14%).
“Il primo mese di crisi evidenzia un calo dei volumi nel complesso peggiore della nostra attesa di volumi globali per il 2020 a -10% su base annua, assumendo un recupero dal terzo trimestre. Aprile sarà anche peggio”. Lo scrivono gli analisti di Equita che confermano il rating buy e target price di 10,9 euro per Fca. “Da più parti vengono invocati incentivi alla rottamazione che riteniamo probabili”, aggiungono gli esperti della sim milanesi.
Per il presidente di Anfia, Paolo Scudieri, “quello che è più urgente in questo momento è dare un aiuto concreto alle imprese per superare l’impasse e arrivare preparate alla graduale riapertura delle attività, strutturando, al contempo, un più ampio piano di rilancio dell’intero settore – come stanno facendo altri Paesi – per il quale la crisi attuale si inserisce nel contesto di una già sfidante transizione industriale”. In particolare, per l’Anfia, si deve agire tempestivamente con interventi a supporto della liquidità, affinché le aziende possano far fronte al crollo della domanda e del fatturato.
La view degli analisti su Fca
La view degli analisti su Fca resta positiva. In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per il gruppo italo-americano dell’auto ha un prezzo obiettivo a 14,38euro con potenziale upside del 128,3% circa. Il consensus indica il 63,6% di giudizi Buy e il 27,3% Hold, mentre solo 2 analisti consigliano di vendere (rating Sell).
FCA conferma piano industriale e fusione con Psa, ma c’è incognita dividendo
Ieri Fca, nel corso di una videoconferenza con le organizzazioni sindacali alla presenza dello Chief Operating Officer (COO) di FCA per l’area EMEA Pietro Gorlier, ha confermato il piano industriale e il percorso di fusione con Psa, che certamente subiranno un ritardo data la situazione dettata dall’emergenza Covid-19.
Secondo alcuni analisti il titolo sconta il rischio elevato che il dividendo straordinario da 5,5 miliardi di euro previsto prima della fusione con Psa possa saltare o essere più che dimezzato. Stesso discorso, ossia possibile riduzione/posticipo, del dividendo ordinario (2,2 miliardi).
Intanto stamattina Peugeot ha fatto sapere di avere posticipato a fine giugno l’assemblea annuale. “Nel contesto dell’epidemia di Covid-19 nel mondo, il consiglio di amministrazione di Peugeot, in accordo con quello di Sorveglianza, ha deciso di rinviare la data dell’assemblea generale annuale con gli azionisti, dal 14 maggio al 25 giugno 2020”. Il gruppo francese ha fatto sapere che un nuovo comunicato verrà pubblicato in un secondo momento per informare gli azionisti sui termini dell’assemblea e del pagamento del dividendo, tenendo conto del piano di fusione del Gruppo Fca/Psa annunciato lo scorso 18 dicembre 2019.