Bankitalia su dl liquidità: tassi insolvenza potrebbero superare 10%, rischio oneri significativi su finanze pubbliche’
“I tassi di insolvenza” sui prestiti con garanzia pubblica previsti dal dl liquidità varato dal governo Conte bis per affrontare l’emergenza economica da coronavirus, “potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10 per cento, risentendo dell’ampliamento della platea dei beneficiari (sono incluse, tra l’altro, le imprese con prestiti deteriorati), delle più elevate percentuali di copertura e dell’assenza di previsioni che limitino l’utilizzo delle garanzie ai soli nuovi finanziamenti o al rinnovo di quelli in scadenza contrattuale”. Così Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica di Bankitalia, in relazione al decreto di aprile con cui sono state varate le misure urgenti in materia di “accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”.
“L’ammontare delle garanzie pubbliche alle imprese complessivamente attivabili sulla base dei decreti 18 e 23 del 2020 si colloca intorno ai 450 miliardi, circa 5 volte il valore di quelle in essere alla fine del 2019 – ha ricordato il dirigente di Palazzo Koch – Data la gravità della crisi e l’incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell’attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente
molto più elevata che in condizioni normali. Gli oneri per le finanze pubbliche, seppure distribuiti su più esercizi (i prestiti ammessi a garanzia possono avere una durata massima di sei anni) potranno essere significativi”.
Balossone ha aggiunto che “in rapporto al PIL, il valore delle garanzie statali recentemente introdotte per fronteggiare la crisi è prossimo al 10 per cento in Spagna, al 15 in Francia e al 25 in Germania e in Italia”.