Borsa Hong Kong cede fino a -2% dopo dichiarazione Pompeo. Tokyo in rialzo, +34% da minimi marzo
Azionario asiatico misto: sotto i riflettori l’escalation delle tensioni Usa-Cina, che si infiamma ulteriormente dopo le dichiarazioni del segretario di Stato americano, Mike Pompeo.
Pompeo ha annunciato di aver indicato al Congresso Usa che, considerati i fatti, Hong Kong “non è più autonoma dalla Cina”: una dichiarazione che prelude al peggio per la città stato, visto che la certificazione di Pompeo al Congresso significa che Hong Kong non merita più il trattamento speciale che la legge Usa le ha fino a oggi accordato.
Trattamento speciale che le ha permesso, nel corso di questi ultimi anni, di diventare una delle piazze finanziarie più importanti al mondo e sede di diverse multinazionali.
L’ultima parola sull’autonomia di Hong Kong dalla Cina spetta al Congresso degli Stati Uniti, ma la dichiarazione di Pompeo implica forti rischi per la città stato, ponendo anche le basi per ulteriori sanzioni americane contro Pechino.
La borsa di Hong Kong cede l’1%, dopo essere arrivata a perdere il 2% circa. Snobba le tensioni geopolitiche la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso la sessione balzando del 2,32% a 21.916,31 chiudendo al record dallo scorso 27 febbraio, a un valore superiore di quasi +34% rispetto ai minimi testati a marzo. Il listino ha beneficiato degli acquisti su Wall Street, superando anche la media mobile a 200 giorni.
Tra le altre piazze finanziarie dell’area Asia-Pacifico, Sidney positiva con +1,51%, Shanghai sotto pressione con -0,10% e Seoul piatta con -0,06%.