Piazza Affari, un finale d’ottava in calo: sul fondo Cnh, Mps in rally
Finale d’ottava all’insegna delle vendite per Piazza Affari che interrompe la striscia di cinque sedute consecutive di rialzi. In chiusura l’indice Ftse Mib ha registrato una flessione dello 0,84% a 18.197,56 punti, ma contiene le perdite rispetto agli altri listini europei. A condizionare il sentiment sui mercati è l’attesa per la conferenza stampa annunciata dal presidente Usa, Donald Trump, sul dossier Cina con possibili nuove misure contro Pechino. Le speranze di ripresa delle attività e il piano di aiuti proposto dalla Commissione Ue, che nei giorni scorsi hanno supportato i mercati, hanno lasciato oggi il posto alle preoccupazioni legate per l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina.
Ulteriori tensioni a livello nazionale: in mattinata è arrivata la doccia fredda per l’economia italiana, con l’effetto Covid peggiore del previsto. Secondo la rilevazione dell’Istat, il Prodotto interno lordo (Pil) ha segnato nel primo trimestre una contrazione del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019. Si tratta di una flessione nei primi tre mesi del 2020 mai registrata dal 1995.
Guardando al listino principale di Piazza Affari, la migliore di giornata è DiaSorin che ha chiuso a +3,7%, dopo le prime sedute dell’ottava segnate dalle vendite. Nel terzetto delle migliori spiccano anche Nexi ed Enel con rialzi rispettivamente del 2,6 e dell’1,6%. Sul fondo del listino Cnh Industrial che ha ceduto il 5,8%, male anche un altro titolo della galassia Agnelli Fiat Chrysler Automobiles (Fca) che è scivolata del 3,7%, proprio in scia ai timori di una nuova escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina. Ieri sera Moody’s ha confermato sul Lingotto il giudizio Ba1, vista la posizione di liquidità dell’azienda. L’outlook è developing (in evoluzione) dal precedente under review (sotto revisione). Vendite anche su Eni (-4,3%) e Tenaris (-4,2%), in uno scenario di debolezza per il petrolio. Cali anche su Atlantia (-2%) che ha continuato la sua discesa nel giorno dell’assemblea, dopo che ieri ha lasciato sul parterre oltre l’1%. Il gruppo rimane sempre in balia delle notizie legate alla possibile revoca delle concessioni autostradali.
Sotto i riflettori il rally di Mps (+12,9%). La banca senese ha confermato con una nota di star dialogando sull’opzione di una bad bank con la Consob e la Bce: “Banca Monte dei Paschi di Siena precisa che, in merito alle notizie diffuse da alcuni organi di informazione in data odierna, riguardo una eventuale operazione di scissione parziale di un compendio formato, tra l’altro, da una consistente porzione di crediti deteriorati del Gruppo, l’operazione è allo studio e sono in corso le interlocuzioni con le autorità di vigilanza. A seguito del via libera informale da parte della Commissione Europea, sono state avviate pertanto le interlocuzioni con la Banca Centrale Europea e la Consob in merito alla definizione dei profili autorizzativi per l’avvio dell’operazione. Si precisa infine che sono in corso approfondimenti in merito alla composizione del Compendio che, alla data del presente comunicato, non sono state completati”. A far salire il titolo, fin dall’inizio della sessione, sono state anche alcune indiscrezioni stampa, secondo cui la Commissione europea avrebbe detto sì allo smobilizzo dei 10 miliardi di esposizioni non performanti di Mps.