Bce: tassi BTP e spread su nonostante PEPP, hanno inciso Karlsruhe e downgrade Fitch su Italia
“Nonostante l’ulteriore accomodamento della politica monetaria per effetto del PEPP e delle altre misure adottate, i rendimenti sui titoli di Stato a lungo termine nell’area dell’euro sono aumentati nel corso del periodo in esame .Il rendimento ponderato per il PIL dei titoli di Stato decennali dell’area dell’euro è cresciuto di 36 punti base, collocandosi allo 0,24 per cento”. E’ quanto emerge dal bollettino economico della Bce.
“I rendimenti dei titoli sovrani sono stati influenzati dall’aumento generale dei tassi privi di rischio nel periodo considerato. Inoltre, nel periodo in rassegna anche l’aumento dei differenziali di rendimento dei titoli sovrani sui tassi privi di rischio ha spinto verso l’alto il rendimento ponderato per il PIL dei titoli di Stato decennali.
“Contrariamente a quanto osservato nell’area dell’euro – fa notare ancora la banca centrale europea -negli Stati Uniti i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni sono scesi allo 0,75 percento (di 13 punti base) e nel Regno Unito sono rimasti stabili allo 0,28percento (con un aumento di 1 punto base”.
Dal bollettino economico della Bce emergono due fattori, in particolare, che hanno contribuito a spingere verso l’alto i rendimenti dei bond sovrani dell’area euro, facendo anche altre osservazioni:
“I differenziali fra i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro e il tasso OIS (overnight index swap) si sono ridotti a seguito dell’annuncio del PEPP, rimanendo tuttavia al di sopra dei valori osservati al momento della riunione del Consiglio direttivo del 12 marzo. I differenziali sui titoli di Stato a dieci anni tedeschi, francesi, italiani, spagnoli e portoghesi sono aumentati rispettivamente di 20, 16, 14, 18 e 5 punti base, raggiungendo -0,12, 0,24, 1,78, 0,85 e 0,82 punti percentuali, rispettivamente. Di conseguenza, il differenziale sul rendimento ponderato per il PIL dei titoli di Stato decennali dell’area dell’euro è aumentato di 16 punti base a 0,47 punti percentuali. Tale aumento complessivo è accompagnato da una certa volatilità. Le variazioni dei rating relativi agli emittenti sovrani, come il declassamento dell’Italia da BBB a BBB-da parte di Fitch il 28 aprile, la sentenza della Corte costituzionale tedesca (Karlsruhe) in merito al programma di acquisto di attività del settore pubblico (da parte della Bce, il Quantitative easing) e i timidi progressi in merito al finanziamento di una risposta fiscale comune al coronavirus hanno contribuito ad ampliare la maggior parte dei differenziali”.
“Più di recente, a fronte della proposta franco-tedesca di un fondo per la ripresa e della proposta della Commissione europea per lo strumento denominato “Next Generation EU”, (il Recovery Fund), sono diminuiti i differenziali sui titoli di Stato francesi, italiani, spagnoli e portoghesi”.