Corte dei Conti dà ragione a Paolo Savona: l’Italia non è la ‘cicala di Esopo’
L’Italia non è la “cicala” imprudente della favola di Esopo, come molti credono in Europa. Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei conti, Fausta Di Grazia, in occasione della cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato:
“Sono sotto gli occhi di tutti i numerosi problemi che nel corso del 2019 si sono aggravati, ma guardando gli aspetti positivi che confortano le nostre conclusioni possiamo rilevare che l’Italia non è stata la ‘cicala di Esopo’ che molti in Europa hanno creduto”.
“Negli ultimi 30 anni – ha continuato Di Grazia – al netto delle criticità e dei fenomeni di malcostume, non si è speso complessivamente più di quanto entrava nelle casse dell’erario”. E “la prova è nei numeri dell’avanzo primario, ovvero la differenza tra le entrate e le uscite pubbliche misurato come percentuale sul Pil, con l’esclusione della spesa per gli interessi sul debito che dipende piuttosto da fattori esterni e resta il problema cruciale del nostro sistema economico”.
“Sotto il profilo dell’analisi contabile va posto in evidenza come la gestione del bilancio statale sia stata caratterizzata, nel 2019, da andamenti positivi sul fronte delle entrate e delle spese, soprattutto in tema di composizione di quest’ultime, segnando una virtuosa inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti”.
Di recente, nell’incontro annuale con il mercato finanziario, il numero uno della Consob Paolo Savona si era così espresso:
“Gli italiani sono tutt’altro che cicale, come una distorta pubblicistica tende a sostenere, mentre sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere, anche quelle di paesi che hanno un ben differente rilievo economico, come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Belgio, la Francia e la gran parte dei paesi sudamericani. Ciò è valido guardando sia alle consistenze, sia ai flussi annuali di risparmio dei paesi citati”.