Turchia: inflazione tocca i massimi da vent’anni al 61%
L’inflazione turca è salita ad un nuovo massimo da vent’anni nel mese di marzo, lasciando la lira sempre più vulnerabile. I prezzi al consumo sono aumentati il mese scorso del 61,1% annuo dal 54,4% di febbraio.
La banca centrale ha adottato una politica monetaria ultra-allentata il che significa che i tassi d’interesse della Turchia sono i più bassi al mondo se aggiustati per i prezzi, mentre il costo di tutto, dal cibo all’energia, aumenta. La Banca centrale nel dettaglio ha tagliato il proprio tasso di interesse di riferimento (oggi al 14%, -500 punti base da settembre a dicembre). Secondo Onur Ilgen, il capo della tesoreria alla MUFG Bank Turkey di Istanbul, “dato il drammatico cambiamento nelle prospettive macro e nelle condizioni finanziarie, pensiamo che la sostenibilità a lungo termine di questo quadro politico sarà meno probabile con l’inflazione che corre sopra il 60% e probabilmente rimarrà alta sopra il 50% almeno fino all’ultimo trimestre”. “I dati sull’inflazione evidenziano lo stato precario della lira quest’anno. Un’escalation della guerra in Ucraina colpirebbe la valuta attraverso l’aumento dei costi di importazione, mentre la fine del conflitto potrebbe portare la pressione dei tassi di interesse globali più alti. L’incapacità della banca centrale di aumentare i tassi di interesse amplifica i rischi” sottolinea invece Ziad Daoud, capo economista dei mercati emergenti.
Il governo di Erdogan sta cercando di contenere i prezzi con una nuova serie di tagli all’Iva su alcuni prodotti di base, che entreranno in vigore entro aprile. Ma i cambiamenti rappresentano una misura una tantum che difficilmente sposterà l’ago dei prezzi. “Crediamo che le pressioni inflazionistiche dovrebbero essere affrontate tramite la politica monetaria piuttosto che con piccoli aggiustamenti fiscali”, ha detto l’economista della Deutsche Bank AG Fatih Akcelik.