Eni: rivisto scenario prezzi, verso svalutazioni per 3,5 miliardi
Eni deve far fronte con un nuovo scenario che vede un petrolio più debole e una “discontinuità di mercato dovute allo scoppio del Covid-19”. E così il gruppo guidato da Claudio Descalzi decide di rivedere lo scenario prezzi di lungo termine, prevedendo il Brent a 60 dollari al barile (in termini reali) a partire dal 2023 rispetto ai precedenti 70 dollari, ma al tempo stesso conferma la strategia di decarbonizzazione con le relative azioni di implementazione, con possibili accelerazioni.
L’amministratore delegato Claudio Descalzi conferma “la strategia finalizzata a far diventare Eni leader nella decarbonizzazione, nonostante gli impatti di ampia portata che la pandemia Covid-19 sta avendo sull’economia e sul gruppo. Possibili accelerazioni del percorso sono in corso di valutazione. Questo ci consentirà di ottenere un miglior bilanciamento del portafoglio, riducendone l’esposizione alla volatilità dei prezzi degli idrocarburi, e di coniugare gli obiettivi di redditività e di sostenibilità che Eni si è posta”. Il manager aggiunge che “la revisione dello scenario, maturata a quattro mesi dall’inizio della pandemia, proietta le nostre aspettative sui prezzi futuri e sarà il nuovo riferimento per le valutazioni sull’allocazione delle nostre risorse”.
Svalutazioni per 3,5 mld
In attesa dei risultati finanziari, che verranno diffusi al mercato il 30 luglio prossimo, Eni prepara svalutazioni per circa 3,5 miliardi di euro. “A oggi, sulla base delle informazioni disponibili e dello stato corrente dei processi valutativi, nel secondo trimestre il management stima di rettificare i valori d’iscrizione delle attività non correnti, comprese imposte differite attive, per un valore post tasse di circa 3,5 miliardi di euro a cui è applicabile un range di approssimazione di +/- 20% – si legge nella nota -. Il valore centrale corrisponde a una riduzione limitata, 4% circa, delle attività non correnti”. Il valore ante imposte, stimato in 2,8 miliardi, è attribuibile per 2 miliardi a svalutazioni di asset upstream e per il resto al comparto della raffinazione. “Non sono previste svalutazioni di asset esplorativi indotte dalla revisione dello scenario”, precisa ancora la società.
La view degli analisti
A Piazza Affari la giornata è iniziata in ribasso per Eni. Il gruppo di San Donato Milanese cede circa l’1% a 8,67 euro, con un saldo da inizio anno negativo per circa -36 per cento. In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Eni un prezzo obiettivo a 10,11 euro con potenziale upside del 15,4% circa. Il consensus degli analisti su Bloomberg indica per il gruppo energetico il 43,8% di giudizi Buy e il 40,6% Hold, mentre il 15,6% è posizionato sul Sell