Metalli e materie prime: non è solo l’oro a luccicare, ecco cosa guardare
Non è tutto oro quel che luccica. E infatti insieme al bene rifugio per eccellenza, che si è consolidato sopra i 1.800 dollari l’oncia, anche altri metalli, come il rame e l’argento, hanno intrapreso una traiettoria interessante a cui fare attenzione. E se si allarga lo sguardo alle materie prime, si scopre che il mais e il frumento sono sulla buona strada per mettere a segno la migliore performance a due settimane negli ultimi 14 mesi. Ecco cosa monitorare in questo momento secondo Ole Hansen, Head of Commodity Strategy di Saxo Group, e il Centro Studi BGSAXO.
Rame
Il rame si trova in prossimità del picco di gennaio in area 2.900 dollari a libbra, livello raggiunto poco prima che la Cina annunciasse ufficialmente la scoperta del Covid-19. Da allora la pandemia ha suscitato aspettative di aumento della domanda in vista di progetti infrastrutturali, soprattutto in Cina. Più recentemente il Cile, il più grande produttore del mondo, ha annunciato un taglio delle forniture dopo che migliaia di minatori si sono ammalati.
Mais e Frumento
Il sottoindice Bloomberg Commodity Grains è sulla buona strada per mettere a segno la migliore performance a due settimane negli ultimi 14 mesi. Questo grazie alle coperture di breve che hanno portato il prezzo del mais a crescere del 10% sulla base di una riduzione dei terreni coltivabili, e quindi di una produzione inferiore, e quello del grano del 9% a causa delle preoccupazioni sulle forniture globali.
Argento
Attenzione all’argento perché ha raggiunto e superato il livello di resistenza a 19 dollari all’oncia e oggi si avvicina alla soglia dei 20 dollari, sui massimi da settembre 2019.
Gas Naturale
Il forte rally guidato dalla crescente domanda a causa dell’attuale ondata di caldo negli Stati Uniti ha contribuito a compensare i timori del virus e la riduzione delle esportazioni. Rystad Energy, con sede a Oslo, nelle ultime previsioni per il gas naturale dice di aspettarsi un continuo calo della produzione anche dopo luglio, al punto che le scorte di fine ottobre potrebbero finire ben al di sotto della capacità di 3600 bcf. Tuttavia, il continuo aumento del numero di infezioni da Covid-19 potrebbe ancora portare turbolenza sul mercato durante i prossimi mesi.