Ue: nuove sanzioni alla Russia, nel mirino il carbone ma si valuta anche petrolio. Silenzio sul gas
La Commissione Europea ha riportato la proposta di un quinto piano di sanzioni, progettato su sei pilastri. Al primo di essi è presente il divieto di importazioni di carbone dalla Russia, il quale vede un controvalore di circa 4 miliardi di euro l’anno.
Imporre sanzioni al settore energetico russo è stata una sfida per l’Unione europea, dato l’alto livello di dipendenza che alcuni stati membri hanno dalle forniture energetiche del paese. Secondo i dati dell’ufficio statistico europeo, l’UE ha importato il 19,3% del suo carbone dalla Russia nel 2020, il 36,5% del suo petrolio dal paese nello stesso anno, e il 41,1% del suo gas naturale.
Sebbene il carbone non sia così critico per l’Europa, come il petrolio e il gas naturale russo, è comunque un grosso passo avanti sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro. “L’UE compra più del 45% del suo carbone dalla Russia, secondo i dati Eurostat, e con i mercati globali del carbone già estremamente tesi, in America si registrano valori superiori a 106 dollari per short ton – prezzi a cui non assistevamo dal lontano 2008. Interessante, infine, notare come nel comunicato stampa la Commissione stia valutando come successivo piano il divieto di importazioni di petrolio. Non vi è cenno assoluto al gas” conclude Debach.