Bce: ‘azionario euro in recupero con PEPP, ma rischi nuove correzioni con taglio outlook utili’
“A causa delle aspettative sulle ricadute economiche della diffusione mondiale del coronavirus (COVID-19) e alla considerevole incertezza a essa associata, i corsi azionari nell’area dell’euro sono scesi di oltre il 30 per cento da febbraio a metà marzo 2020”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, appena reso noto.
“Con l’annuncio del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), i prezzi delle azioni nell’area dell’euro hanno registrato una tendenza al rialzo, i mercati hanno parzialmente recuperato i normali livelli di funzionamento, e i differenziali denaro-lettera hanno mostrato un netto calo – ricorda ancora il bollettino della Bce.
Viene rilevato che “la principale motivazione alla base della risalita dei corsi azionari è la ripresa della propensione al rischio che, come si evince dalla scomposizione effettuata con un modello di sconto dei dividendi (Dividend Discount Model, DDM), sembra aver più che compensato il calo delle aspettative sugli utili”.
Detto questo, la Bce fa notare che, “oltre alle aspettative a più lungo termine sulla crescita degli utili, anche le
previsioni sugli utili per azione (earnings per share, EPS) continuano a essere revisionate al ribasso sugli orizzonti più lunghi. A metà marzo del 2020 il profilo delle previsioni trimestrali sugli utili ricavate dalle indagini continuava a evidenziare una chiara ripresa ‘a forma di V’, nonostante la debolezza della redditività realizzata nel primo trimestre dell’anno. Gli analisti prevedevano una rapida ripresa già a partire dal secondo trimestre dell’anno, su attese di un graduale allentamento delle misure di lockdown. Da allora, nonostante l’annuncio del PEPP, le aspettative a medio termine sugli utili hanno continuato a essere riviste al ribasso, anche se nello stesso periodo i corsi azionari nell’area dell’euro hanno registrato una ripresa”.
La Bce non esclude il rischio di nuove correzioni dell’azionario, prendendo in considerazione alcuni parametri:
“I rischi di nuove correzioni dei corsi azionari nel prossimo futuro rimangono significativi, come evidenzia la struttura per scadenza del premio per il rischio azionario (ERP). La stima dell’ERP a partire dai prezzi delle opzioni su orizzonti compresi tra 1 e 24 mesi evidenzia una struttura a termine positivamente inclinata in momenti di congiuntura economica e finanziaria favorevole ‒ come osservato in lieve misura nel febbraio 2020 ‒ e negativamente inclinata nei periodi di tensione finanziaria, per effetto dei rischi di
ingenti perdite finanziarie nell’immediato futuro. Infatti, nel momento immediatamente precedente l’annuncio del PEPP, l’ERP sull’orizzonte di un mese è aumentato in modo repentino toccando il 30 per cento circa. Nonostante il significativo calo registrato da quel momento, l’ERP si mantiene ancora ben al di sopra dei livelli osservati a febbraio su tutti gli orizzonti, mostrando una inclinazione ancora negativa della struttura per scadenza”.
“Anche altre misure basate sulle opzioni continuano a registrare livelli elevati dell’incertezza e delle masse di probabilità nella coda sinistra della distribuzione (left tail risk) dei rendimenti attesi. La distribuzione neutrale al rischio dei rendimenti attesi dagli investitori può essere
ottenuta tramite i prezzi delle opzioni. Poiché i contratti di opzioni con diverse scadenze vengono negoziati a un dato momento nel tempo, essi consentono di ricavare una struttura per scadenza della distribuzione neutrale al rischio dei
rendimenti attesi dagli investitori. Tra febbraio e la fine di marzo 2020 si è osservata una sostanziale riduzione del rischio negativo (‘left tail risk’) rispetto al rischio
positivo (‘right tail risk’), come implica la diminuzione del coefficiente di asimmetria (skewness) della densità neutrale al rischio ricavata dai prezzi delle opzioni sull’indice Euro Stoxx 50. Già all’inizio di febbraio, prima della diffusione dell’epidemia di COVID-19 in Europa, i mercati delle opzioni evidenziavano un forte sbilanciamento verso il rischio negativo a due/tre mesi, con una successiva riduzione. In seguito alla correzione dei mercati azionari, i rischi negativi e positivi, per i mesi a venire, sono divenuti più bilanciati. Ciò è dovuto al fatto che gli investitori hanno iniziato ad attribuire maggior valore all’ipotesi di
un’ulteriore ripresa dei prezzi (accrescendo la probabilità della coda destra rispetto a quella della coda sinistra) ed è in linea con la riduzione dell’ERP registrata a partire
dal culmine della pandemia. Tuttavia, in seguito al recente flusso di notizie negative per l’economia e ai timori di una rinnovata diffusione del virus, la distribuzione neutrale al rischio è rimasta fortemente asimmetrica verso sinistra in prospettiva storica. Inoltre l’incertezza, come indica la
varianza delle distribuzioni, rimane su livelli elevati”.