Wall Street incerta assillata da Fed e guerra Ucraina. Effetto Buffett su HP, titolo vola +17%
Wall Street cerca di reagire alle preoccupazioni sulla Fed super hawkish e sui venti di guerra che l’hanno assillata nelle ultime due sessioni. Alle 16 ora italiana, il Dow Jones perde lo 0,43% a 34.348 punti, ma lo S&P 500 sale dello 0,16% a 4.486 punti e il Nasdaq avanza dello 0,44% a 13.950 circa, a conferma del ritorno dei buy sui titoli tecnologici.
La borsa Usa rimane incerta, all’indomani della pubblicazione delle minute della Fed, relative all’ultima riunione del 16 marzo 2022, quando la banca centrale americana ha alzato i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2018, portandoli al range compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%, con un rialzo di 25 punti base.
I verbali hanno confermato una Fed sempre più determinata a sconfiggere l’inflazione galoppante negli Usa, con strette monetarie più aggressive e il taglio del proprio bilancio. Sui mercati aumenta di conseguenza il timore che una banca centrale troppo hawkish possa deragliare la ripresa dell’economia, fino a portarla in recessione.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 144,67 punti, -0,42%, a 34.496,51. Lo S&P 500 è scivolato dello 0,97% a 4.481,15 e il Nasdaq Composite ha ceduto il 2,22% a 13.888,82, dopo aver perso il 2,3% circa nella seduta di martedì.
Si arresta per ora la fiammata dei tassi decennali dei Treasuries Usa, che ieri sono volati al record degli ultimi tre anni, superando anche la soglia del 2,65%, dal 2,40% attorno a cui avevano terminato la sessione di lunedì.
La curva dei rendimenti del tratto 2-10 anni è tornata in una condizione di normalità: oggi i tassi a 10 anni scendono al 2,62%, rimanendo a un livello superiore rispetto ai tassi a due anni, che arretrano al 2,45%.
Rimane invertita, seppur di poco, la curva del tratto a 5-30 anni, con i tassi a 5 anni al 2,68%, lievemente superiore al 2,66% dei rendimenti decennali.
La Fed ha chiaramente detto di essere favorevole alla prospettiva di un rialzo dei tassi (o più rialzi dei tassi) pari a 50 punti base. Non tutti condividono il suo atteggiamento hawkish.
Intervistato dalla Cnbc Simon Harvey, responsabile della divisione dell’analisi sul forex di Monex Europe, si è riferito in particolare all’intenzione della banca centrale di iniziare a ridurre il suo bilancio monstre da $9 trilioni a partire da maggio, affermando che la mossa sarebbe “troppo aggressiva”.
Harvey prevede due strette monetarie consecutive da 50 punti base nelle prossime riunioni della Fed.
Dai verbali è emerso che “molti partecipanti (della Fed) hanno notato che uno o più rialzi dei tassi di 50 punti base potrebbero essere appropriati nei prossimi meeting, soprattutto se le pressioni inflazionistiche rimarranno elevate o si intensificheranno”.
“Tutti i partecipanti hanno rimarcato la necessità di rimanere attenti ai rischi di una ulteriore crescita dell’inflazione”, si legge ancora nei verbali della Fed guidata da Jerome Powell.
La Fed di Jerome Powell è pronta, inoltre, a iniziare a ridurre il proprio bilancio. I funzionari, infatti, “hanno concordato in generale” su un taglio di asset che potrebbe avvenire, su base mensile, per un valore di 95 miliardi di dollari, comprensivo di una riduzione di Treasuries di $60 miliardi e di asset garantiti dai mutui per un valore di $35 miliardi. Il totale corrisponderebbe al doppio, circa, della riduzione mensile del bilancio che la Fed avviò nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019 e l’operazione dovrebbe prendere il via a maggio. A livello societario, boom di buy su HP dopo che Berkshire Hathaway, la holding fondata e gestita da Warren Buffett, ha acquistato quasi 121 milioni di azioni, per un valore di $4,2 miliardi: una quota all’incirca dell’11%. Il titolo vola di quasi +17%.