News Notizie Indici e quotazioni Borse asiatiche contrastate, Tokyo +1,35%. In primo piano rally settore aereo su speranze cura COVID

Borse asiatiche contrastate, Tokyo +1,35%. In primo piano rally settore aereo su speranze cura COVID

25 Agosto 2020 08:22

Il mix nuovi record a Wall Street/prove di disgelo tra Usa e Cina ha fatto scattare al rialzo alcuni listini dell’azionario asiatico che, nel complesso, ha rilevato un trend contrastato.

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dell’1,35% a 23.296,77 punti. Shanghai negativa con -0,48%, Hong Kong -0,52%, Sidney +0,35%, Seoul +1,48%

Ieri gli indici S&P e Nasdaq hanno chiuso a nuovi massimi storici, mentre il Dow Jones ha terminato la sessione a un livello inferiore di soli 50 punti rispetto al valore di chiusura del 2019.

In particolare, lo S&P è avanzato di 34,15 punti (+1,01%), a 3,431.31, dopo essere salito nelle contrattazioni intraday fino a 3.432,09. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo di 67,918 punti (+0,60%), a 11.379,72, dopo un massimo intraday a 11.462,05. Il Dow Jones è balzato di 378,13 punti (+1,35%), a 28.308,46 punti.

A sostenere le borse asiatiche, oltre all’effetto Wall Street, è stata anche la notizia relativa alle prove di disgelo tra Stati Uniti e Cina, almeno sul fronte commerciale.

Il vicepremier cinese Liu He ha sentito telefonicamente il rappresentante del commercio Usa Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin, per rendere operativo l’accordo commerciale sulla Fase 1 siglato tra i rispettivi paesi lo scorso 15 gennaio.

“Le controparti hanno affrontato i passi che la Cina ha compiuto per apportare quelle modifiche strutturali, decise con l’accordo, che garantiranno una maggiore protezione dei diritti della proprietà intellettuale, che rimuoveranno gli ostacoli alle società americane nei settori dei servizi finanziari e dell’agricoltura, eliminando anche il trasferimento forzato di tecnologie”, si legge nel comunicato diramato dall’Office of the U.S. Trade Representative.

Ancora, nel comunicato pubblicato congiuntamente dall’Ufficio di rappresentanza del commercio Usa e dal dipartimento del Tesoro, Usa si legge che “entrambe le controparti hanno rilevato la presenza di progressi e si impegnano ad adottare

le misure necessarie per garantire il successo dell’accordo commerciale. Le parti hanno discusso un significativo aumento degli acquisti di prodotti americani ma anche gli interventi necessari, in futuro, per rendere esecutivo l’accordo”.

Più scarno il comunicato di Pechino:

“Le due controparti hanno tenuto un dialogo su alcune questioni, come quella relativa al rafforzamento del coordinamento bilaterale delle politiche macroeconomiche e alla realizzazione dell’accordo commerciale ed economico della Fase 1 tra Cina e Usa”, si legge nella versione del comunicato in lingua inglese pubblicata dal Ministero del Commercio cinese.

La speranza sulla possibilità di battere il coronavirus con un vaccino e di curare i malati di COVID-19 con terapie come quella del trattamento al plasma – appena approvata in Usa dall’FDA – ha alimentato i buy soprattutto sui titoli del settore aereo.

A Hong Kong, China Eastern Airlines è balzata di oltre +4,5% e China Southern Airlines ha fatto +5,45%.

Alla borsa di Tokyo ANA Holdings è volata di oltre +7, mentre a Singapore, Singapore Airlines è salita di oltre +4%. Il settore ha beneficiato dei solidi rialzi che hanno interessato alla vigilia le compagnie aeree americane.

Brutte notizie dal fronte macro dell’Australia: nel mese terminato lo scorso 8 agosto, l’occupazione australiana è scesa dell’1%, rivelando prospettive particolarmente fosche soprattutto per lo stato di Victoria, alle prese con una nuova ondata di casi di coronavirus.

Pessime le previsioni delle autorità governative, secondo cui il tasso di disoccupazione dell’intero paese balzerà al di sopra del 13% entro la fine di settembre, dal record in 22 anni, pari al 7,5%, testato a luglio.

In particolare, dall’Ufficio di statistica nazionale dell’Australia è emerso che lo stato di Victoria ha sofferto nel periodo preso in considerazione un calo dei posti di lavoro pari a -2,8%.