Atlantia e il divorzio da Autostrade: newco (con quota 70% + debiti) e aumento capitale per ingresso CdP
Passi avanti nel divorzio tra Atlantia e Autostrade e nelle trattative tra Atlantia e Cassa Depositi e Prestiti. Il cda della holding controllata dai Benetton, riunitosi nella giornata di ieri per valutare diverse opzioni, ha deciso per la scissione di ASPI attraverso la costituzione di una newco, ovvero di un veicolo ad hoc, in cui dovrebbe essere convogliata tutta la quota che Atlantia detiene in Autostrade, ovvero l’88%.
Il Sole 24 Ore precisa comunque che “lo schema al momento punta a una scissione che prevede un trasferimento di una partecipazione del 70%, più circa 4 miliardi di debiti con contestuale aumento di capitale di pari importo, per favorire l’ingresso di Cassa depositi e prestiti – con cui le trattative vanno ancora avanti – nella newco”. Il passo successivo sarebbe la vendita di quel 18% che rimarrebbe in mano ad Atlantia.
“A riguardo non è ancora stato deciso se sarà il veicolo ad assorbire quel pacchetto oppure investitori terzi”, scrive il quotidiano di Confindustria.
Così la nota diramata nel pomeriggio di ieri da Atlantia: Il Consiglio di Amministrazione di Atlantia, riunitosi oggi, “ha deliberato di procedere alla costituzione della società destinata a ricevere il compendio scisso, che includerà sino all’88% del capitale di Autostrade per l’Italia, e che sarà denominata ‘Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A.. La costituzione della società è funzionale al progetto di scissione parziale e proporzionale e successiva quotazione in Borsa”, si legge nel comunicato, che aggiunge che “la struttura dell’operazione e il progetto di scissione saranno sottoposti ad approvazione di un successivo Consiglio di Amministrazione”.
Resta l’opzione della “vendita diretta” dell’intera quota dell’88% detenuta da Atlantia in Aspi come “alternativa” alla scissione.
Nella giornata di ieri, Genova24 riportava che “Edizione, la holding della famiglia Benetton che controlla il 30% di Atlantia, da questa operazione potrebbe quindi incassare quasi due miliardi dalla vendita indiretta della partecipazione di Aspi, il cui valore in questi giorni è stato valutato in 11 miliardi di euro“, come anticipato nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica, che ha scritto che l’operazione, che prevede una valutazione iniziale di Aspi di 11 miliardi di euro, dovrebbe essere completata nella primavera del 2021. Ancora, “l’aumento di capitale, finanziato dai soldi pubblici, permetterebbe di colmare anche il debito di Autostrade, che sarebbe riversato nella nuova compagnia e che ammonta a circa 4 miliardi, maturato in questi anni, e acuito negli ultimi mesi con la ‘bastonata’ ai trasporti del lockdown’.
Polemiche a parte (i Benetton riceveranno più soldi, grazie alla maggiore valutazione di Autostrade, a 11 miliardi rispetto ai 7 miliardi stimati nei giorni più infuocati delle trattative con il governo), rimane sempre la questione della valutazione ufficiale da attribuire ad ASPI, ma anche la questione del debito da trasferire alla newco.
Il Sole 24 Ore fa notare che, riguardo al fronte debito, “va innanzitutto capito che tipo di debito trasferire in pancia al veicolo: obbligazioni o debito bancario? A che prezzo? Al momento si ragiona attorno alla possibilità di attribuire alla newco un’esposizione vicina ai 4 miliardi ma ancora una volta è cruciale definire il valore di Aspi per capire poi una volta che Cassa avrà realizzato un aumento di capitale di eguale importo che quota le spetta in Autostrade Concessioni e Costruzioni”.
La nota odierna di Equita riporta quanto emerso dagli articoli del Sole e anche del Fatto Quotidiano:
“Secondo il Sole continuano le trattative con CDP, con ipotesi di creare una Newco che abbia il 70% di ASPI, 4 miliardi di debito ed un aumento di capitale di 4 miliardi, mentre la restante quota del 18% di ASPI potrebbe essere acquisita da fondi terzi direttamente. Le negoziazioni con CDP sarebbero però in corso su valutazione di ASPI, debito e garanzie. Il prossimo CDA di Atlantia sarà giovedì. Il Sole definisce costruttivo il dialogo con CDP e l’obiettivo sarebbe raggiungere un MOU entro fine settembre. Il Fatto sottolinea che non vi sarebbe accordo con CDP su prezzo e garanzie. Gli azionisti di Atlantia ed ASPI vorrebbero un valore superiore a 10 miliardi, mentre CDP vorrebbe una valutazione fissata dagli advisors. Il ministro Gualtieri si è detto cautamente fiducioso sulla negoziazione. La creazione del veicolo per lo spin-off dell’88% di ASPI era atteso. Dalla stampa emerge che la negoziazione con CDP prosegue ed il prezzo non è definito. L’accordo proposto dal Sole avrebbe il vantaggio per Atlantia di risolvere il problema del debito nella holding”.